Volume 5

Edizione Giuntina
    botticine nere che hanno il capo grosso e la coda, le quali si chiamano
    in Toscana cazzuole. Il loro avvocato era Santo Andrea, il giorno
    della cui festa celebravano solennemente, facendo una cena e con-
    vito, secondo i loro capitoli, bellissimo. I primi di questa Compagnia,
5   che andavano per la maggiore, furono Iacopo Bottegai, Francesco
    Rucellai, Domenico suo fratello, Giovambatista Ginori, Girolamo del
    Giocondo, Giovanni Miniati, Niccolò del Barbigia, Mezzabotte suo
    fratello, Cosimo da Panzano, Matteo suo fratello, Marco Iacopi, Pie-
    raccino Bartoli; e per la minore, ser Bastiano Sagginotti, ser Raffaello
10   del Beccaio, ser Cecchino de' Profumi, Giuliano Bugiardini pittore,
    Francesco Granacci pittore, Giovanfrancesco Rustici, Feo gobbo, il
    Talina sonatore suo compagno, Pierino piffero, Giovanni trombone,
    e il Baia bombardiere. Gl'aderenti furono Bernardino di Giordano, il
    Talano, il Caiano, maestro Iacopo del Bientina e messer Giovamba-
15   tista di Cristofano ottonaio; araldi, ambidue della Signoria, Buon
    Pocci e Domenico Barlacchi. E non passarono molti anni (tanto andò
    crescendo in nome), facendo feste e buon tempi, che furono fatti di
    essa Compagnia della Cazzuola il signor Giuliano de' Medici, Ottan-
    golo Benvenuti, Giovanni Canigiani, Giovanni Serristori, Giovanni
20   Gaddi, Giovanni Bandini, Luigi Martelli, Paulo da Romena e Filippo
    Pandolfini gobbo; e con questi in una medesima mano, come aderen-
    ti, Andrea del Sarto dipintore, Bartolomeo trombone musico, ser
    Bernardo Pisanello, Piero cimatore, il Gemma merciaio, et ultima-
    mente maestro Manente da San Giovanni, medico. Le feste che co-
25   storo feciono in diversi tempi furono infinite; ma ne dirò solo alcune
    poche per chi non sa l'uso di queste Compagnie, che oggi sono, come
    si è detto, quasi del tutto dismesse. La prima della Cazzuola, la quale
    fu ordinata da Giuliano Bugiardini, si fece in un luogo detto l'Aia da
    Santa Maria Nuova, dove dicemo di sopra che furono gettate di bron-
30   zo le porte di San Giovanni. Quivi, dico, avendo il signor della Com-
    pagnia comandato che ognuno dovesse trovarsi vestito in che abito
    gli piaceva, con questo, che coloro che si scontrassero nella maniera
    del vestire et avessero una medesima foggia, fussero condennati,
    comparsero all'ora deputata le più belle e più bizzarre stravaganze
35   d'abiti che si possano imaginare. Venuta poi l'ora di cena, furon po-
    sti a tavola secondo le qualità de' vestimenti: chi aveva abiti da princi-
    pi ne' primi luoghi, i ricchi e gentiluomini appresso, et i vestiti da
    poveri negl'ultimi e più bassi gradi. Ma se dopo cena si fecero delle
    feste e de' giuochi, meglio è lasciare che altri se lo pensi, che dirne
40   alcuna cosa. A un altro pasto, che fu ordinato dal detto Bugiardino e
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