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nelle gambe in modo che ben presto altri le tirava a sé. Aveva un'aqui- |
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la e un corbo che dicea infinite cose sì schiettamente, che pareva una |
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persona. Attese anco alle cose di negromanzia, e mediante quella in- |
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tendo che fece di strane paure ai suoi garzoni e familiari: e così viveva |
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senza pensieri. Avendo murata una stanza quasi a uso di vivaio e in |
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quella tenendo molte serpi overo bisce che non potevano uscire, si |
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prendeva grandissimo piacere di stare a vedere, e massimamente di |
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state, i pazzi giuochi ch'elle facevano e la fierezza loro. |
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Si ragunava nelle sue stanze della Sapienza una brigata di galantuo- |
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mini che si chiamavano la compagnia del Paiuolo, e non potevano |
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essere più che dodici: e questi erano esso Giovanfrancesco, Andrea |
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del Sarto, Spillo pittore, Domenico Puligo, il Robetta orafo, Aristotile |
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da San Gallo, Francesco di Pellegrino, Niccolò Boni, Domenico Bac- |
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celli, che sonava e cantava ottimamente, il Solosmeo scultore, Loren- |
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zo detto Guazzetto e Ruberto di Filippo Lippi pittore, il quale era |
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loro proveditore; ciascuno de' quali dodici a certe loro cene e passa- |
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tempi poteva menare quattro e non più. E l'ordine delle cene era |
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questo (il che racconto volentieri, perché è quasi del tutto dismesso |
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l'uso di queste Compagnie), che ciascuno si portasse alcuna cosa da |
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cena, fatta con qualche bella invenzione, la quale, giunto al luogo, pre- |
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sentava al signore, che sempre era un di loro, il quale la dava a chi più |
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gli piaceva, scambiando la cena d'uno con quella dell'altro. Quando |
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erano poi a tavola, presentandosi l'un l'altro, ciascuno avea d'ogni |
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cosa, e chi si fusse riscontrato nell'invenzione della sua cena con un |
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altro, e fatto una cosa medesima, era condennato. Una sera dunque |
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che Giovanfrancesco diede da cena a questa sua Compagnia del Paiuo- |
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lo, ordinò che servisse per tavola un grandissimo paiuolo fatto |
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d'un tino, dentro al quale stavano tutti, e parea che fussino nell'acqua |
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della caldaia: di mezzo alla quale venivono le vivande intorno intorno, |
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et il manico del paiuolo, che era alla volta, faceva bellissima lumiera |
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nel mezzo, onde si vedevono tutti in viso guardando intorno. Quando |
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furono adunque posti a tavola dentro al paiuolo benissimo accomo- |
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dato, uscì del mezzo un albero con molti rami che mettevono innanzi |
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la cena, cioè le vivande a due per piatto; e ciò fatto, tornando a basso |
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dove erano persone che sonavano, di lì a poco risurgeva di sopra e por- |
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geva le seconde vivande, e dopo le terze, e così di mano in mano, men- |
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tre attorno erano serventi che mescevano preziosissimi vini. La quale |
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invenzione del paiuolo, che con tele e pitture era accomodato benissi- |
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mo, fu molto lodata da quegl'uomini della Compagnia. In questa |
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tornata, il presente del Rustico fu una caldaia fatta di pasticcio, dentro |