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suo a chiunche gliene chiedeva. Per che veggendolo un povero, che |
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spesso andava a lui per la limosina, andar sempre a quel paniere, disse, |
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pensando non essere udito: «O Dio, se io avessi in camera quello che |
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è dentro a quel paniere, acconcerei pure i fatti miei!». Giovanfrance- |
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sco, udendolo, poi che l'ebbe alquanto guardato fiso, disse: «Vien |
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qua, i' vo' contentarti». E così votatogli in un lembo della cappa il |
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paniere, disse: «Va', che sii benedetto». E poco appresso mandò a |
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Niccolò Buoni suo amicissimo, il quale faceva tutti i fatti suoi, per |
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danari; il quale Niccolò, che teneva conto di sue ricolte, de' danari di |
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Monte e vendeva le robe a tempi, aveva per costume, secondo che |
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esso Rustico voleva, dargli ogni settimana tanti danari; i quali tenen- |
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do poi Giovanfrancesco nella cassetta del calamaio senza chiave, ne |
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toglieva di mano in mano chi voleva per spendergli ne' bisogni di |
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casa, secondo che occorreva. |
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Ma tornando alle sue opere, fece Giovanfrancesco un bellissimo |
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Crucifisso di legno, grande quanto il vivo, per mandarlo in |
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Francia; ma rimase a Niccolò Buoni insieme con altre cose di bassi |
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rilievi e disegni, che son oggi appresso di lui, quando disegnò par- |
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tirsi di Firenze, parendogli che la stanza non facesse per lui e pensan- |
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do di mutare, insieme col paese, fortuna. Al duca Giuliano, dal quale |
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fu sempre molto favorito, fece la testa di lui in profilo di mezzo rilievo |
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e la gettò di bronzo, che fu tenuta cosa singolare; la quale è oggi in |
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casa messer Alessandro di messer Ottaviano de' Medici. A Ruberto |
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di Filippo Lippi pittore, il quale fu suo discepolo, diede Giovan- |
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francesco molte opere di sua mano di bassi rilievi, e modelli e disegni, |
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e fra l'altre, in più quadri, una Leda, un'Europa, un Nettunno et un |
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bellissimo Vulcano, et un altro quadretto di basso rilievo dove è un |
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uomo nudo a cavallo, che è bellissimo; il quale quadro è oggi nello |
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scrittoio di don Silvano Razzi negl'Angeli. Fece il medesimo una bel- |
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lissima femina di bronzo, alta due braccia, finta per una Grazia, che |
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si premeva una poppa; ma questa non si sa dove capitasse, né in mano |
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di cui si truovi. De' suoi cavalli di terra con uomini sopra e sotto, si- |
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mili ai già detti, ne sono molti per le case de' cittadini, i quali furono |
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da lui, che era cortesissimo, e non, come il più di simili uomini, avaro |
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e scortese, a diversi suoi amici donati. E Dionigi da Diaceto, gentiluo- |
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mo onorato e da bene, che tenne ancor egli, sì come Niccolò Buoni, i |
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conti di Giovanfrancesco e gli fu amico, ebbe da lui molti bassi rilievi. |
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Non fu mai il più piacevole e capriccioso uomo di Giovanfrance- |
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sco, né chi più si dilettasse d'animali. Si aveva fatto così domestico |
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un istrice, che stava sotto la tavola com'un cane, et urtava alcuna volta |