Volume 5

Edizione Giuntina
    suo a chiunche gliene chiedeva. Per che veggendolo un povero, che
    spesso andava a lui per la limosina, andar sempre a quel paniere, disse,
    pensando non essere udito: «O Dio, se io avessi in camera quello che
    è dentro a quel paniere, acconcerei pure i fatti miei!». Giovanfrance-
5   sco, udendolo, poi che l'ebbe alquanto guardato fiso, disse: «Vien
    qua, i' vo' contentarti». E così votatogli in un lembo della cappa il
    paniere, disse: «Va', che sii benedetto». E poco appresso mandò a
    Niccolò Buoni suo amicissimo, il quale faceva tutti i fatti suoi, per
    danari; il quale Niccolò, che teneva conto di sue ricolte, de' danari di
10   Monte e vendeva le robe a tempi, aveva per costume, secondo che
    esso Rustico voleva, dargli ogni settimana tanti danari; i quali tenen-
    do poi Giovanfrancesco nella cassetta del calamaio senza chiave, ne
    toglieva di mano in mano chi voleva per spendergli ne' bisogni di
    casa, secondo che occorreva.
15   Ma tornando alle sue opere, fece Giovanfrancesco un bellissimo
    Crucifisso di legno, grande quanto il vivo, per mandarlo in
    Francia; ma rimase a Niccolò Buoni insieme con altre cose di bassi
    rilievi e disegni, che son oggi appresso di lui, quando disegnò par-
    tirsi di Firenze, parendogli che la stanza non facesse per lui e pensan-
20   do di mutare, insieme col paese, fortuna. Al duca Giuliano, dal quale
    fu sempre molto favorito, fece la testa di lui in profilo di mezzo rilievo
    e la gettò di bronzo, che fu tenuta cosa singolare; la quale è oggi in
    casa messer Alessandro di messer Ottaviano de' Medici. A Ruberto
    di Filippo Lippi pittore, il quale fu suo discepolo, diede Giovan-
25   francesco molte opere di sua mano di bassi rilievi, e modelli e disegni,
    e fra l'altre, in più quadri, una Leda, un'Europa, un Nettunno et un
    bellissimo Vulcano, et un altro quadretto di basso rilievo dove è un
    uomo nudo a cavallo, che è bellissimo; il quale quadro è oggi nello
    scrittoio di don Silvano Razzi negl'Angeli. Fece il medesimo una bel-
30   lissima femina di bronzo, alta due braccia, finta per una Grazia, che
    si premeva una poppa; ma questa non si sa dove capitasse, né in mano
    di cui si truovi. De' suoi cavalli di terra con uomini sopra e sotto, si-
    mili ai già detti, ne sono molti per le case de' cittadini, i quali furono
    da lui, che era cortesissimo, e non, come il più di simili uomini, avaro
35   e scortese, a diversi suoi amici donati. E Dionigi da Diaceto, gentiluo-
    mo onorato e da bene, che tenne ancor egli, sì come Niccolò Buoni, i
    conti di Giovanfrancesco e gli fu amico, ebbe da lui molti bassi rilievi.
    Non fu mai il più piacevole e capriccioso uomo di Giovanfrance-
    sco, né chi più si dilettasse d'animali. Si aveva fatto così domestico
40   un istrice, che stava sotto la tavola com'un cane, et urtava alcuna volta
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