Volume 5

Edizione Giuntina
    non può fare ognuno, né coloro l'usano che lavorano per guadagno
    solamente. Diceva ancora che l'opere non si deono così mostrare a
    ognuno prima che sieno finite, per poter mutarle quante volte et in
    quanti modi altri vuole, senza rispetto niuno.
5   Imparò Giovanfrancesco da Lionardo molte cose, ma particolar-
    mente a fare cavalli, de' quali si dilettò tanto, che ne fece di terra, di
    cera, e di tondo e basso rilievo, in quante maniere possono imaginar-
    si; et alcuni se ne veggiono nel nostro Libro tanto bene disegnati, che
    fanno fede della virtù e sapere di Giovanfrancesco, il quale seppe
10   anco maneggiare i colori e fece alcune pitture ragionevoli, ancorché
    la sua principale professione fusse la scultura. E perché abitò un tem-
    po nella via de' Martegli, fu amicissimo di tutti gl'uomini di quella
    famiglia, che ha sempre avuto uomini virtuosissimi e di valore, e par-
    ticolarmente di Piero, al quale fece (come a suo più intrinseco) alcune
15   figurette di tondo rilievo, e fra l'altre una Nostra Donna col Figlio in
    collo, a sedere sopra certe nuvole piene di Cherubini; simile alla qua-
    le ne dipinse poi col tempo un'altra in un gran quadro a olio, con
    una ghirlanda di Cherubini che intorno alla testa le fa diadema.
    Essendo poi tornata in Fiorenza la famiglia de' Medici, il Rustico
20   si fece conoscere al cardinale Giovanni per creatura di Lorenzo suo
    padre, e fu ricevuto con molte carezze; ma perché i modi della corte
    non gli piacevano et erano contrarii alla sua natura tutta sincera e
    quieta, e non piena d'invidia et ambizione, si volle star sempre da sé
    e far vita quasi da filosofo, godendosi una tranquilla pace e
25   riposo; e quando pure alcuna volta volea ricrearsi, o si trovava con
    suoi amici dell'arte o con alcuni cittadini suoi dimestici, non restando
    per questo di lavorare quando voglia gliene veniva o glien'era porta
    occasione. Onde nella venuta, l'anno mille cinquecento e quindici,
    di papa Leone a Fiorenza, a richiesta d'Andrea del Sarto suo amicis-
30   simo fece alcune statue, che furono tenute bellissime; la quali, per-
    ché piacquero a Giulio cardinale de' Medici, furono cagione ch'e' gli
    fece fare, sopra il finimento della fontana che è nel cortile grande del
    palazzo de' Medici, il Mercurio di bronzo alto circa un braccio, che
    è nudo sopra una palla in atto di volare, al quale mise fra le mani un
35   instrumento che è fatto, dall'acqua che egli versa in alto, girare; im-
    però che, essendo bucata una gamba, passa la canna per quella e per
    il torso, onde, giunta l'acqua alla bocca della figura, percuote in quel-
    lo strumento bilicato con quattro piastre sottili saldate a uso di far-
    falla, e lo fa girare. Questa figura, dico, per cosa piccola, fu molto
40   lodata. Non molto dopo fece Giovanfrancesco per lo medesimo cardinale
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