Volume 5

Edizione Giuntina
    il modello per fare un Davit di bronzo simile a quello di Do-
    nato, fatto al magnifico Cosimo Vecchio, come s'è detto, per metterlo
    nel primo cortile, onde era stato levato quello; il quale modello piac-
    que assai, ma per una certa lunghezza di Giovanfrancesco non si get-
5   tò mai di bronzo: onde vi fu messo l'Orfeo di marmo del Bandinello;
    e il Davit di terra fatto dal Rustico, che era cosa rarissima, andò ma-
    le, che fu grandissimo danno. Fece Giovanfrancesco, in un gran ton-
    do di mezzo rilievo, una Nunziata con una prospettiva bellissima,
    nella quale gli aiutò Raffaello Bello pittore e Niccolò Soggi, che get-
10   tata di bronzo riuscì di sì rara bellezza che non si poteva vedere più
    bell'opera di quella; la quale fu mandata al re di Spagna. Condusse
    poi di marmo, in un altro tondo simile, una Nostra Donna col Fi-
    gliuolo in collo e San Giovanni Battista fanciulletto, che fu messo
    nella prima sala del magistrato de' Consoli dell'Arte di Por Santa
15   Maria.
    Per quest'opere essendo venuto in molto credito Giovanfrancesco,
    i Consoli dell'Arte de' Mercatanti avendo fatto levare certe figuracce
    di marmo che erano sopra le tre porte del tempio di San Giovanni,
    già state fatte, come s'è detto, nel mille dugento e quaranta, et allogate
20   al Contucci Sansovino quelle che si avevano in luogo delle vecchie
    a mettere sopra la porta che è verso la Misericordia, allogarono al
    Rustico quelle che si avevano a porre sopra la porta che è volta verso
    la canonica di quel tempio, acciò facesse tre figure di bronzo di brac-
    cia quattro l'una e quelle stesse che vi erano vecchie, cioè un San
25   Giovanni che predicasse e fusse in mezzo a un Fariseo et a un Levite.
    La quale opera fu molto conforme al gusto di Giovanfrancesco, aven-
    do a essere posta in luogo sì celebre e di tanta importanza, et oltre
    ciò per la concorrenza d'Andrea Contucci. Messovi dunque subita-
    mente mano e fatto un modelletto piccolo, il quale superò con l'ec-
30   c[ellenza] dell'opera, ebbe tutte quelle considerazioni e diligenza che
    una sì fatta opera richiedeva; la quale finita, fu tenuta in tutte le parti
    la più composta e meglio intesa che per simile fusse stata fatta insino
    allora, essendo quelle figure d'intera perfezione e fatte nell'aspetto con
    grazia e bravura terribile. Similmente le bracce ignude e le
35   gambe sono benissimo intese et appiccate alle congiunture tanto bene,
    che non è possibile far più; e per non dir nulla delle mani e de' piedi,
    che graziose attitudini e che gravità eroica hanno quelle teste! Non
    volle Giovanfrancesco, mentre conduceva di terra quest'opera, altri
    atorno che Lionardo da Vinci, il quale nel fare le forme, armarle di
40   ferri, et insomma sempre, insino a che non furono gettate le statue,
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