Volume 5

Edizione Giuntina
    Ma tornando a Battista, nelle nozze che poi si fecero in Urbino
    del detto signor Duca e signora Vettoria Farnese, egli, aiutato da'
    suoi giovani, fece negl'archi ordinati dal Genga, il quale fu capo di
    quell'apparato, tutte le storie di pitture che vi andarono. Ma perché
5   il Duca dubitava che Battista non avesse finito a tempo, essendo
    l'impresa grande, mandò per Giorgio Vasari, che allora faceva in
    Arimini ai Monaci Bianchi di Scolca, Olivetani, una capella grande
    a fresco e la tavola dell'altare maggiore a olio, acciò che andasse ad
    aiutare in quell'apparato il Genga e Battista. Ma sentendosi il Vasari
10   indisposto, fece sua scusa con Sua Ecc[ellenza] e le scrisse che non
    dubitasse, perciò che era la virtù e sapere di Battista tale, che arebbe,
    come poi fu vero, a tempo finito ogni cosa. Et andando poi, finite
    l'opere d'Arimini, in persona a fare scusa et a visitare quel Duca,
    Sua Eccellenza gli fece vedere, perché la stimasse, la detta capella
15   stata dipinta da Battista; la quale molto lodò il Vasari e raccomandò
    la virtù di colui, che fu largamente sodisfatto dalla molta benignità
    di quel signore. Ma è ben vero che Battista allora non era in Urbino,
    ma in Roma, dove attendeva a disegnare non solo le statue, ma tutte
    le cose antiche di quella città per farne, come fece, un gran libro, che
20   fu opera lodevole.
    Mentre adunque che attendeva Battista a disegnare in Roma, mes-
    ser Giovan Andrea dall'Anguillara, uomo in alcuna sorte di poesie
    veramente raro, avea fatto una Compagnia di diversi begl'ingegni, e
    facea fare nella maggior sala di Santo Apostolo una ricchissima scena
25   et apparato per recitare comedie di diversi autori a gentiluomini, si-
    gnori e gran personaggi; et avea fatti fare gradi per diverse
    sorti di spettatori, e per i cardinali et altri gran prelati accommodate
    alcune stanze, donde per gelosie potevano, senza esser veduti, vedere
    et udire. E perché nella detta Compagnia erano pittori, architetti,
30   scultori e uomini che avevano a recitare e fare altri ufficii, a Battista
    et all'Amannato fu dato cura, essendo fatti di quella brigata, di far
    la scena et alcune storie e ornamenti di pitture, le quali condusse
    Battista, con alcune statue che fece l'Amannato, tanto bene, che ne
    fu sommamente lodato. Ma perché la molta spesa in quel luogo su-
35   perava l'entrata, furono forzati messer Giovan Andrea e gl'altri le-
    vare la prospettiva e gl'altri ornamenti di Santo Apostolo e condur-
    gli in strada Giulia nel tempio nuovo di S. Biagio; dove avendo Bat-
    tista di nuovo accommodato ogni cosa, si recitarono molte comedie
    con incredibile sodisfazione del popolo e cortigiani di Roma. E di qui
40   poi ebbono origine i comedianti che vanno attorno, chiamati i Zanni.
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