Volume 5

Edizione Giuntina
    festa che si fece per ricevere un sì grande et invittissimo imperadore.
    Seguitò poi il medesimo per lo detto Duca di Castro la fortezza
    di Nepi e la fortificazione di tutta la città, che è inespugnabile e bella.
    Dirizzò nella medesima città molte strade, e per i cittadini di quella
5   fece disegni di molte case e palazzi. Facendo poi fare Sua Santità i
    bastioni di Roma, che sono fortissimi, e venendo fra quelli compresa
    la Porta di Santo Spirito, ella fu fatta con ordine e disegno d'Antonio
    con ornamento rustico di trevertini in maniera molto soda e molto
    rara, con tanta magnificenza ch'ella pareggia le cose antiche. La
10   quale opera dopo la morte d'Antonio fu chi cercò, più da invidia
    mosso che da alcuna ragionevole cagione, per vie straordinarie di
    farla rovinare: ma non fu permesso da chi poteva. Fu con ordine
    del medesimo rifondato quasi tutto il Palazzo Apostolico che, oltre
    quello che si è detto, in altri luoghi molti minacciava rovina; et in
15   un fianco particolarmente la cappella di Sisto, dove sono l'opere di
    Michelagnolo, e similmente la facciata dinanzi, senza che mettesse
    un minimo pelo: cosa più di pericolo che d'onore. Accrebbe la sala
    grande della detta cappella di Sisto, facendovi in due lunette in testa
    quelle finestrone terribili, con sì maravigliosi lumi e con que' partimenti
- pagina 46 -

Edizione Torrentiniana
20   festa fu cagione che Siena, Lucca e poi Fiorenza, le tante nuove ornate e
    variate opere facessero.
    Seguitò poi per il Duca di Castro la fortez[z]a di Nepi con tutta la
    fortificazione che per detta città si vede, inespugnabile e bella; et inoltre
    tutti i disegni privati a' cittadini di quel luogo, dove ancora di-
25   rizzò molte strade. Fu parere di Sua Santità che si facessero i bastioni
    di Roma, ordinati, come si vede, inespugnabilissimi; ne' quali venendo
    compresa la Porta di Santo Spirito, ve la fece egli, ma con ornamento ru-
    stico di trevertini, in maniera molto soda e molto rara, e con tante ma-
    gnificenzie che ella pareggia le cose antiche. La quale opera dopo la morte
30   di lui fu chi cercò con vie straordinarie far ruinare, mosso più per invi-
    dia della gloria sua che per ragione, s'e' fosse stato lasciato fare da chi
    poteva: ma chi poteva non volse. Fu di suo ordine il rifondare quasi
    tutto il Palazzo Apostolico, il quale minacciava ruina; et in un fianco
    la cappella di papa Sisto, dove sono l'opere di Michele Agnolo, e simil-
35   mente la facciata dinanzi, senza che mettesse un minimo pelo: cosa più
    di pericolo che d'onore. Accrebbe la sala grande della cappella di Sisto,
    et a quella in due lunette in testa fece quelle finestrone terribili, con sì
    maraviglioso lume e partimenti buttati nella volta, i quali si fecero di
- pagina 46 -
pagina precedentepagina successiva