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festa fu cagione che Siena, Lucca e poi Fiorenza, le tante nuove ornate e |
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variate opere facessero. |
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Seguitò poi per il Duca di Castro la fortez[z]a di Nepi con tutta la |
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fortificazione che per detta città si vede, inespugnabile e bella; et inoltre |
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tutti i disegni privati a' cittadini di quel luogo, dove ancora di- |
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rizzò molte strade. Fu parere di Sua Santità che si facessero i bastioni |
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di Roma, ordinati, come si vede, inespugnabilissimi; ne' quali venendo |
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compresa la Porta di Santo Spirito, ve la fece egli, ma con ornamento ru- |
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stico di trevertini, in maniera molto soda e molto rara, e con tante ma- |
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gnificenzie che ella pareggia le cose antiche. La quale opera dopo la morte |
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di lui fu chi cercò con vie straordinarie far ruinare, mosso più per invi- |
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dia della gloria sua che per ragione, s'e' fosse stato lasciato fare da chi |
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poteva: ma chi poteva non volse. Fu di suo ordine il rifondare quasi |
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tutto il Palazzo Apostolico, il quale minacciava ruina; et in un fianco |
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la cappella di papa Sisto, dove sono l'opere di Michele Agnolo, e simil- |
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mente la facciata dinanzi, senza che mettesse un minimo pelo: cosa più |
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di pericolo che d'onore. Accrebbe la sala grande della cappella di Sisto, |
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et a quella in due lunette in testa fece quelle finestrone terribili, con sì |
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maraviglioso lume e partimenti buttati nella volta, i quali si fecero di |