Volume 5

Edizione Giuntina
    Ma che più? per finirla, ardisco d'affermare che Giovanni in
    questo genere di pitture ha passato tutti coloro che in simili cose
    hanno meglio imitata la natura, perciò che, oltre all'altre cose, insino
    i fiori del sambuco, del finocchio e dell'altre cose minori vi sono vera-
5   mente stupendissimi. Vi si vede similmente gran copia d'animali fatti
    nelle lunette che sono circondate da questi festoni, et alcuni putti
    che tengono in mano i segni degli Dei; ma fra gl'altri un leone et un
    cavallo marino, per essere bellissimi scórti, sono tenuti cosa divina.
    Finita quest'opera veramente singolare, fece Giovanni in Castel San-
10   t'Agnolo una stufa bellissima, e nel palazzo del Papa, oltre alle già
    dette, molte altre minuzie, che per brevità si lasciano.
    Morto poi Raffaello, la cui perdita dolse molto a Giovanni, e così an-
    co mancato papa Leone, per non avere più luogo in Roma l'arti del di-
    segno né altra virtù, si trattenne esso Giovanni molti mesi alla vigna
15   del detto cardinale de' Medici in alcune cose di poco valore. E nella ve-
    nuta a Roma di papa Adriano non fece altro che le bandiere minori del
    Castello, le quali egli al tempo di papa Leone avea due volte rinovate,
    insieme con lo stendardo grande che sta in cima dell'ultimo torrione.
    Fece anco quattro bandiere quadre, quando dal detto papa Adriano
20   fu canonizato santo il beato Antonino arcivescovo di Fiorenza, e
    Sant'Uberto, stato vescovo di non so quale città di Fiandra; de' quali
    stendardi uno, nel quale è la figura del detto Santo Antonino, fu dato
    alla chiesa di San Marco di Firenze, dove riposa il corpo di quel San-
    to; un altro, dentro al quale è il detto Sant'Uberto, fu posto in Santa
25   Maria de Anima, chiesa de' Tedeschi in Roma, e gl'altri due furono
    mandati in Fiandra. Essendo poi creato sommo pontefice Clemente
    Settimo, col quale aveva Giovanni molta servitù, egli, che se n'era
    andato a Udine per fuggire la peste, tornò sùbito a Roma; dove
    giunto, gli fu fatto fare nella coronazione di quel Papa un ricco e
30   bell'ornamento sopra le scale di San Piero; e dopo fu ordinato che
    egli e Perino del Vaga facessero nella volta della sala vecchia, dinanzi
    alle stanze da basso, che vanno dalle logge che già egli dipinse, alle
    stanze di torre Borgia, alcune pitture. Onde Giovanni vi fece un
    bellissimo partimento di stucchi con molte grottesche e diversi ani-
35   mali, e Perino i carri de' sette Pianeti. Avevano anco a dipignere le
    facciate della medesima sala, nelle quali già dipinse Giotto, secondo
    che scrive il Platina nelle Vite de' Pontefici, alcuni Papi che erano
    stati uccisi per la fede di Cristo: onde fu detta un tempo
    quella stanza la sala de' Martiri. Ma non fu a pena finita la volta, che
40   succedendo l'infelicissimo sacco di Roma, non si poté più oltre seguitare;
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