Volume 5

Edizione Giuntina
    per che Giovanni, avendo assai patito nella persona e nella
    roba, tornò di nuovo a Udine con animo di starvi lungamente. Ma
    non gli venne fatto, perciò che tornato papa Clemente da Bologna,
    dove avea coronato Carlo Quinto, a Roma, fatto quivi tornare Gio-
5   vanni, dopo avergli fatto di nuovo fare i stendardi di Castel Sant'A-
    gnolo, gli fece dipignere il palco della capella maggiore e principale
    di San Piero, dove è l'altare di quel Santo. Intanto, essendo morto
    fra' Mariano, che aveva l'uffizio del Piombo, fu dato il suo luogo a
    Bastiano Viniziano, pittore di gran nome, et a Giovanni sopra quello
10   una pensione di ducati ottanta di camera.
    Dopo, essendo cessati in gran parte i travagli del Pontefice e quie-
    tate le cose di Roma, fu da Sua Santità mandato Giovanni con molte
    promesse a Firenze a fare nella Sagrestia nuova di San Lorenzo,
    stata adorna d'eccellentissime sculture da Michelagnolo, gl'ornamen-
15   ti della tribuna piena di quadri sfondati, che diminuiscono a poco a
    poco verso il punto del mezzo. Messovi dunque mano Giovanni, la
    condusse, con l'aiuto di molti suoi uomini, ottimamente a fine con
    bellissimi fogliami, rosoni et altri ornamenti di stucco e d'oro. Ma
    in una cosa mancò di giudizio, con ciò sia che nelle fregiature piane
20   che fanno le costole della volta et in quelle che vanno a traverso rigi-
    rando i quadri, fece alcuni fogliami, uc[c]elli, maschere e figure che
    non si scorgono punto dal piano, per la distanza del luogo, tuttoché
    siano bellissime, e perché sono tramezzate di colori: là dove, se l'aves-
    se fatte colorite, senz'altro si sarebbono vedute, e tutta l'opera stata
25   più allegra e più ricca. Non restava a farsi di quest'opera se non
    quanto arebbe potuto finire in quindici giorni, riandandola in certi
    luoghi, quando, venuta la nuova della morte di papa Clemente, venne
    manco a Giovanni ogni speranza, e di quello in particolare che da
    quel Pontefice aspettava per guiderdone di quest'opera. Onde accor-
30   tosi, benché tardi, quanto siano le più volte fallaci le speranze delle
    corti, e come restino ingannati coloro che si fidano nelle vite di certi
    principi, se ne tornò a Roma, dove, se bene arebbe potuto vivere
    d'ufficii e d'entrate e servire il cardinale Ippolito de' Medici et il
    nuovo pontefice Paulo Terzo, si risolvé a rimpatriarsi e tornare a
35   Udine. Il quale pensiero avendo messo ad effetto, si tornò a stare
    nella patria con quel suo fratello a cui avea dato il canonicato, con
    proposito di più non voler adoperare pennelli. Ma neanche questo
    gli venne fatto, però che avendo preso donna et avuto figliuoli, fu
    quasi forzato dall'istinto, che si ha naturalmente d'allevare e lasciare
40   benestanti i figliuoli, a rimettersi a lavorare.
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