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ragunanza de' cittadini, secondo che allora costumavano le famiglie |
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più nobili, la dipignesse tutta di grottesche e di stucchi. Essendo |
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stata adunque chiusa questa loggia con disegno di Michelagnolo |
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Buonarroti, e datole forma di camera con due finestre inginocchiate, |
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che furono le prime di quella maniera fuora de' palazzi ferrate, Gio- |
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vanni lavorò di stucchi e pitture tutta la volta, facendo in un tondo le |
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sei palle, arme di casa Medici, sostenute da tre putti di rilievo con |
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bellissima grazia et attitudine. Oltra di questo vi fece molti bellissimi |
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animali e molte bell'imprese degl'uomini e signori di quella Casa illu- |
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strissima, con alcune storie di mezzo rilievo fatte di stucco; e nel |
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campo fece il resto di pitture, fingendole di bianco e nero a uso di |
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camei, tanto bene che non si può meglio imaginare. Rimase sotto la |
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volta quattro archi di braccia dodici l'uno et alti sei, che non furono |
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per allora dipinti, ma molti anni poi da Giorgio Vasari, giovinetto di |
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diciotto anni, quando serviva il duca Alessandro de' Medici, suo pri- |
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mo signore, l'anno 1535; il qual Giorgio vi fece storie de' fatti di Giu- |
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lio Cesare, alludendo a Giulio cardinale sopradetto, che l'avea fatta |
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fare. Dopo fece Giovanni, a canto a questa camera, in una volta picco- |
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la a mezza botte, alcune cose di stucco, basse basse, e similmente al- |
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cune pitture che sono rarissime; le quali, ancorché piacessero a que' |
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pittori che allora erano a Fiorenza, come fatte con fierezza e pratica |
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maravigliosa e piene d'invenzioni terribili e capricciose, però che |
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erano avezzi a una loro maniera stentata et a fare ogni cosa che met- |
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tevano in opera con ritratti tolti dal vivo, come non risoluti, non le |
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lodavano interamente, né si mettevano, non ne bastando per aven- |
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tura loro l'animo, ad imitarle. |
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Essendo poi tornato Giovanni a Roma, fece nella loggia |
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d'Agostino Chigii, la quale avea dipinta Raffaello e l'andava tuttavia |
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conducendo a fine, un ricinto di festoni grossi a torno a torno agli |
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spigoli e quadrature di quella volta, facendovi stagione per istagione |
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di tutte le sorti frutte, fiori e foglie, con tanto artifizio lavorate, che |
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ogni cosa vi si vede viva e staccata dal muro e naturalissima; e sono |
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tante la varie maniere di frutte e biade che in quell'opera si veggiono, |
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che, per non raccontarle a una a una, dirò solo che vi sono tutte quelle |
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che in queste nostre parti ha mai prodotto la natura. Sopra la figura |
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d'un Mercurio che vola ha finto per Priapo una zucca attraversata da |
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vilucchî, che ha per testicoli due petronciani; e vicino al fiore di quel- |
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la ha finto una ciocca di fichi brugiotti grossi, dentro a uno de' quali, |
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aperto e troppo fatto, entra la punta della zucca col fiore; il quale |
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capriccio è espresso con tanta grazia, che più non si può alcuno imaginare. |