Volume 5

Edizione Giuntina
    E oltre questi, nel detto libro era disegnato di mano dell'istesso Bra-
    mantino l'antichissimo tempio di Santa Maria in Pertica, di forma
    tonda e fatto di spoglie dai Longobardi, nel qual sono oggi l'ossa
    della mortalità de' Franzesi e d'altri che furono rotti e morti sotto
5   Pavia, quando vi fu preso il re Francesco Primo di Francia dagl'eser-
    citi di Carlo Quinto imperatore. Lasciando ora da parte i disegni,
    dipinse Bramantino in Milano la facciata della casa del signor Gio-
    vambattista Latuate, con una bellissima Madonna messa in mezzo
    da duoi Profeti; e nella facciata del signor Bernardo Scacalarozzo di-
10   pinse quattro Giganti, che son finti di bronzo e sono ragionevoli, con
    altre opere che sono in Milano, le quali gl'apportarono lode, per
    essere stato egli il primo lume della pittura che si vedesse di buona
    maniera in Milano, e cagione che dopo lui Bramante divenisse, per la
    buona maniera ch'e' diede a' suoi casamenti e prospettive, eccell[ente]
15   nelle cose d'architettura, essendo che le prime cose che studiò Bra-
    mante furono quelle di Bramantino; con ordine del quale fu fatto il
    tempio di San Satiro, che a me piace sommamente per essere opera
    ricchissima, e dentro e fuori ornata di colonne, corridori doppii et
    altri ornamenti, et accompagnata da una bellissima sagrestia tutta
20   piena di statue. Ma sopratutto merita lode la tribuna del mezzo di
    questo luogo, la bellezza della quale fu cagione, come s'è detto nella
    Vita di Bramante, che Bernardino da Trevio seguitasse quel modo di
    fare nel Duomo di Milano e attendesse all'architettura, se bene la sua
    prima e principal arte fu la pittura, avendo fatto, come s'è detto, a
25   fresco nel monasterio delle Grazie quattro storie della Passione in un
    chiostro, et alcun'altre di chiaro scuro.
    Da costui fu tirato innanzi e molto aiutato Agostino Busto scul-
    tore, cognominato Bambaia, del quale si è favellato nella Vita di
    Baccio da Montelupo, et il quale ha fatto alcun'opere in Santa
30   Marta, monasterio di donne in Milano; fra le quali ho ve-
    duto io, ancorché si abbia con difficultà licenza d'entrare in quel
    luogo, la sepoltura di monsignor di Fois, che morì a Pavia, in più
    pezzi di marmo, nei quali sono da dieci storie di figure piccole,
    sculpite con molta diligenza de' fatti, battaglie, vittorie et espugna-
35   zioni di torre fatte da quel signore, e finalmente la morte e sepoltura
    sua. E per dirlo brevemente, ell'è tale quest'opera, che mirandola
    con stupore, stetti un pezzo pensando se è possibile che si facciano,
    con mano e con ferri, sì sottili e maravigliose opere, veggendosi in
    questa sepoltura fatti con stupendissimo intaglio fregiature di tro-
40   fei, d'arme di tutte le sorti, carri, artiglierie e molti altri instrumenti
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