Volume 5

Edizione Giuntina
    con graziosa e bella maniera, come si può vedere da ognuno. In
    Milano, in Corte Vecchia, cioè nel cortile overo piazza del palazzo,
    fece una figura in piedi armata all'antica, migliore di tutte l'altre che
    da molti vi furono fatte quasi ne' medesimi tempi. Morto Bonifazio,
5   il quale lasciò imperfette nel Duomo di Cremona le dette storie di
    Cristo, Giovan Antonio Licino da Pordenone, detto in Cremona de'
    Sacchi, finì le dette storie state cominciate da Bonifazio, facendovi
    in fresco cinque storie della Passione di Cristo, con una maniera di
    figure grandi, colorito terribile, e scorti che hanno forza e vivacità;
10   le quali tutte cose insegnarono il buon modo di dipignere ai Cremo-
    nesi, e non solo in fresco, ma a olio parimente, con ciò sia che nel
    medesimo Duomo appoggiata a un pilastro è una tavola a mezzo la
    chiesa, di mano del Pordenone, bellissima. La quale maniera imitan-
    do poi Cammillo, figliuolo del Boccaccino, nel fare in San Gismon-
15   do fuori della città la cappella maggiore in fresco et altre opere, riuscì
    da molto più che non era stato suo padre; ma perché fu costui largo
    et alquanto agiato nel lavorare, non fece molte opere, se non piccole
    e di poca importanza.
    Ma quegli che più imitò le buone maniere et a cui più giovarono le
20   concorrenze di costoro, fu Bernardo de' Gatti, cognominato il Soia-
    ro, di chi s'è ragionato, di Parma, il quale dicono alcuni esser stato
    da Verzelli et altri cremonese; ma sia stato donde si voglia, egli di-
    pinse una tavola molto bella all'altare maggiore di San Piero, chiesa
    de' Canonici Regolari, e nel refettorio la storia overo miracolo che
25   Gesù Cristo de' cinque pani e due pesci, saziando moltitudine
    infinita: ma egli la ritoccò tanto a secco, ch'ell'ha poi perduta tutta la
    sua bellezza. Fece anco costui in San Gismondo fuor di Cremona,
    sotto una volta, l'Ascensione di Gesù Cristo in cielo, che fu cosa vaga
    e di molto bel colorito. In Piacenza, nella chiesa di Santa Maria di
30   Campagna, a concorrenza del Pordenone e dirimpetto al Sant'Ago-
    stino che s'è detto, dipinse a fresco un San Giorgio armato a cavallo
    che amazza il serpente, con prontezza, movenza e ottimo rilievo.
    E ciò fatto, gli fu dato a finire la tribuna di quella chiesa, che avea la-
    sciata imperfetta il Pordenone, dove dipinse a fresco tutta la vita della
35   Madonna: e se bene i Profeti e le Sibille che vi fece il Pordenone con
    alcuni putti son belli a maraviglia, si è portato nondimeno tanto bene
    il Soiaro, che pare tutta quell'opera d'una stessa mano. Similmente
    alcune tavolette d'altari, che ha fatte in Vigevano, sono da essere per
    la bontà loro assai lodate. Finalmente ridottosi in Parma a lavorare
40   nella Madonna della Steccata, [fu] finita la nicchia e l'arco
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