Volume 5

Edizione Giuntina
    opere non ha pari, ha alcune figurine di bronzo antiche, che non po-
    trieno essere più belle di quel che sono.
    Insomma, da che io vidi altra volta Mantoa a questo anno 1566
    che l'ho riveduta, ell'è tanto più adornata e più bella, che, se io non
5   l'avessi veduta, nol crederei; e che è più, vi sono multiplicati gl'arte-
    fici e vi vanno tuttavia multiplicando; con ciò sia che di Giovam-
    battista Mantoano, intagliator di stampe e scultore eccellente, del
    quale abbiam favellato nella Vita di Giulio Romano e in quella di
    Marcantonio Bolognese, sono nati due figliuoli che intagliano stampe
10   di rame divinamente; e, che è cosa più maravigliosa, una figliuola
    chiamata Diana intaglia anch'ella tanto bene, che è cosa maravigliosa:
    et io che ho veduto lei, che è molto gentile e graziosa fanciulla, e l'o-
    pere sue, che sono bellissime, ne sono restato stupefatto. Non tacerò
    ancora che in San Benedetto di Mantoa, celebratissimo monasterio
15   de' Monaci Neri, stato rinovato da Giulio Romano con bellissimo
    ordine, hanno fatto molte opere i sopradetti artefici mantoani et al-
    tri lombardi, oltre quello che si è detto nella Vita del detto Giulio.
    Vi sono adunque opere di Fermo Guiscioni, cioè una Natività di
    Cristo, due tavole di Girolamo Mazzuola, tre di Latanzio Gambaro
20   da Brescia, et altre tre di Paulo Veronese, che sono le migliori.
    Nel medesimo luogo è di mano d'un frate Girolamo, converso di S.
    Domenico, nel reffetorio in testa, come altrove s'è ragionato, in un
    quadro a olio ritratto il bellissimo Cenacolo che fece in Milano a San-
    ta Maria delle Grazie Lionardo da Vinci, ritratto, dico, tanto bene,
25   che io ne stupii. Della qual cosa fo volentieri di nuovo memoria,
    avendo veduto questo anno 1566 in Milano l'originale di Lionardo
    tanto male condotto, che non si scorge più se non una macchia ab-
    bagliata: onde la pietà di questo buon padre rendea sempre
    testimonianza in questa parte della virtù di Lionardo. Di mano del
30   medesimo frate ho veduto nella medesima casa della Zecca di Milano
    un quadro ritratto da un di Lionardo, nel quale è una femina che ride
    et un San Giovanni Battista giovinetto, molto bene imitato.
    Cremona altresì, come si disse nella Vita di Lorenzo di Credi et in
    altri luoghi, ha avuto in diversi tempi uomini che hanno fatto nella
35   pittura opere lodatissime; e già abbiam detto che quando Boccaccino
    Boccacci dipigneva la nicchia del Duomo di Cremona, e per la chiesa
    le storie di Nostra Donna, che Bonifazio Bembi fu buon pittore e che
    Altobello fece molte storie a fresco di Gesù Cristo con molto più
    disegno che non sono quelle del Boccaccino. Dopo le quali dipinse
40   Altobello in Santo Agostino della medesima città una cappella a fresco
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