Volume 5

Edizione Giuntina
    scuro intorno a un tabernacolo. In San Romeo dipinse in una tavola
    la Nostra Donna e due Santi. Sentendo poi una volta molto lodare
    le facciate di Pulidoro e Maturino fatte in Roma, senza che niuno
    il sapesse, se n'andò a Roma, dove stette alcuni mesi e dove fece
5   alcuni ritratti, acquistando nelle cose dell'arte in modo che
    riuscì poi in molte cose ragionevole dipintore. Onde il cavaliere
    Buondelmonti gli diede a dipignere di chiaro scuro una sua casa, che
    avea murata dirimpetto a Santa Trinita al principio di borgo Santo
    Apostolo, nella quale fece Iacone istorie della vita d'Alessandro Ma-
10   gno, in alcune cose molto belle, e condotte con tanta grazia e disegno,
    che molti credono che di tutto gli fussero fatti i disegni da Andrea
    del Sarto. E per vero dire, al saggio che di sé diede Iacone in que-
    st'opera, si pensò che avesse a fare qualche gran frutto; ma perché
    ebbe sempre più il capo a darsi buon tempo e altre baie, e a stare in
15   cene e feste con gl'amici che a studiare e lavorare, più tosto andò
    disamparando sempre che acquistando. Ma quello che era cosa, non
    so se degna di riso o di compassione, egli era d'una compagnia d'ami-
    ci, o più tosto masnada, che sotto nome di vivere alla filosofica, vi-
    veano come porci e come bestie: non si lavavano mai né mani né
20   viso né capo né barba, non spazzavano la casa e non rifacevano il
    letto se non ogni due mesi una volta, apparecchiavano con i cartoni
    delle pitture le tavole, e non beevano se non al fiasco et al boccale;
    e questa loro meschinità e vivere, come si dice, alla carlona, era da
    loro tenuta la più bella vita del mondo. Ma perché il di fuori suole
25   essere indizio di quello di dentro e dimostrare quali sieno gl'animi
    nostri, crederò, come s'è detto altra volta, che così fussero costoro
    lordi e brutti nell'animo come di fuori apparivano.
    Nella festa di San Felice in Piazza (cioè rappresentazione della Ma-
    donna quando fu anunziata, della quale si è ragionato in altro luogo),
30   la quale fece la Compagnia dell'Orciuolo l'anno 1525, fece Iacone
    nell'apparato di fuori, secondo che allora si costumava, un bellissimo
    arco trionfale, tutto isolato, grande e doppio, con otto colonne, e
    pilastri, frontespizî, molto alto, il quale fece condurre a perfezzione
    da Piero da Sesto, maestro di legname molto pratico; e dopo vi fece
35   nove storie, parte delle quali dipinse egli, che furono le migliori,
    e l'altre Francesco Ubertini Bacchiacca; le quali storie furono tutte
    del Testamento Vecchio e per la maggior parte de' fatti di Moisè.
    Essendo poi condotto Iacone da un frate Scopetino suo parente a
    Cortona, dipinse nella chiesa della Madonna, la quale è fuori della
40   città, due tavole a olio: in una è la Nostra Donna, con San Rocco,
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