Volume 5

Edizione Giuntina
    et avezzatosi a procedere seco troppo familiarmente, dicono che
    Antonio lo teneva lontano, perché non si era mai potuto avezare
    a dirgli voi, di maniera che gli dava del tu, se ben fussero stati di-
    nanzi al Papa, nonché in un cerchio di signori e gentiluomini, nella
5   maniera che ancor fanno altri fiorentini avezzi all'antica et a dar del
    tu ad ognuno, come fussero da Norcia, senza sapersi accomodare al
    vivere moderno, secondo che fanno gl'altri, e con l'usanza portano di
    mano in mano: la qual cosa quanto paresse strana ad Antonio, avezzo
    a essere onorato da cardinali et altri grand'uomini, ognuno se lo
10   pensi. Venuta dunque a fastidio ad Aristotile la stanza di Castro,
    pregò Antonio che lo facesse tornare a Roma; di che lo compiacque
    Antonio molto volentieri, ma gli disse che procedesse seco con altra
    maniera e miglior creanza, massimamente là dove fussero in presenza
    di gran personaggi.
15   Un anno di carnovale, facendo in Roma Ruberto Strozzi banchetto
    a certi signori suoi amici, et avendosi a recitare una comedia nelle
    sue case, gli fece Aristotile nella sala maggiore una prospettiva (per
    quanto si poteva in stretto luogo) bellissima, e tanto vaga e gra-
    ziosa, che fra gl'altri il cardinal Farnese non pure ne restò maravi-
20   gliato, ma gliene fece fare una nel suo palazzo di San Giorgio,
    dove è la Cancelleria, in una di quelle sale mezzane che rispondono
    in sul giardino, ma in modo che vi stesse ferma, per poter ad ogni sua
    voglia e bisogno servirsene. Questa dunque fu da Aristotile condotta
    con quello studio che seppe e poté maggiore, di maniera che sodisfece
25   al cardinale e gl'uomini dell'arte infinitamente; il quale cardinale
    avendo commesso a messer Curzio Frangipane che sodisfacesse Ari-
    stotile, e colui volendo, come discreto, fargli il dovere, et anco non
    soprapagare, disse a Perino del Vaga et a Giorgio Vasari che stimas-
    sero quell'opera. La qual cosa fu molto cara a Perino, perché por-
30   tando odio ad Aristotile et avendo per male che avesse fatto quella
    prospettiva, la quale gli pareva dovere che avesse dovuto toccare a
    lui, come a servitore del cardinale, stava tutto pieno di timore e ge-
    losia, e massimamente essendosi non pure d'Aristotile, ma anco del
    Vasari, servito in que' giorni il cardinale e donatogli mille scudi per
35   avere dipinto a fresco in cento giorni la sala di Parco Maiori nella
    Cancelleria. Disegnava dunque Perino per queste cagioni di stimare
    tanto poco la detta prospettiva d'Aristotile, ch'e' s'avesse a pentire
    d'averla fatta. Ma Aristotile avendo inteso chi erano coloro che ave-
    vano a stimare la sua prospettiva, andato a trovare Perino, alla bella
40   prima gli cominciò, secondo il suo costume, a dare per lo capo del tu,
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