Volume 5

Edizione Giuntina
    quale faceva fregiatura intorno et era scorniciato verso le pitture,
    facendo 4 tondi in croce con due motti latini per ciascuna storia, e nel
    resto erano imprese a proposito. Sopra girava un fregio di rovesci
    azurri a torno a torno, salvo che dove era la prospettiva; e sopra
5   questo era un cielo pur di rovesci, che copriva tutto il cortile; nel
    quale fregio di rovesci, sopra ogni quadro di storia, era l'arme d'al-
    cuna delle famiglie più illustri con le quali avevano avuto parentado
    la casa de' Medici. Cominciandomi dunque dalle parte di levante a
    canto alla scena, nella prima storia, la quale era di mano di Francesco
10   Ubertini detto il Bachiacca, era la tornata d'esilio del magnifico Co-
    simo de' Medici: l'impresa erano due colombe sopra un ramo d'oro,
    e l'arme che era nel fregio era quella del duca Cosimo. Nell'altro, il
    quale era di mano del medesimo, era l'andata a Napoli del magnifico
    Lorenzo: l'impresa un pellicano, e l'arme quella del duca Lorenzo,
15   cioè Medici e Savoia. Nel terzo quadro, stato dipinto da Pierfran-
    cesco di Iacopo di Sandro, era la venuta di papa Leone X a Fiorenza,
    portato dai suoi cittadini sotto il baldacchino: l'impresa era un
    braccio ritto, e l'arme quella del duca Giuliano, cioè Medici e Sa-
    voia. Nel quarto quadro, di mano del medesimo, era Biegrassa presa
20   dal signor Giovanni, che di quella si vedeva uscire vettorioso: l'im-
    presa era il fulmine di Giove, e l'arme del fregio era quella del duca
    Alessandro, cioè Austria e Medici. Nel quinto, papa Clemente coro-
    nava in Bologna Carlo V: l'impresa era un serpe che si mordeva la
    coda, e l'arme era di Francia e Medici; e questa era di mano di
25   Domenico Conti, discepolo d'Andrea del Sarto, il quale mostrò non
    valere molto, mancatogli l'aiuto d'alcuni giovani de' quali pensava
    servirsi, perché tutti, i buoni e ' cattivi, erano in opera: onde fu
    riso di lui, che molto presumendosi, si era altre volte con poco giu-
    dizio riso d'altri. Nella sesta storia et ultima da quella banda era di
30   mano del Bronzino la disputa che ebbono tra loro in Napoli e in-
    nanzi all'imperatore il duca Alessandro et i fuoriusciti fiorentini, col
    fiume Sebeto e molte figure; e questo fu bellissimo quadro e mi-
    gliore di tutti gl'altri: l'impresa era una palma, e l'arme quella di
    Spagna. Dirimpetto alla tornata del magnifico Cosimo, cioè dall'al-
35   tra banda, era il felicissimo natale del duca Cosimo: l'impresa era
    una fenice, e l'arme quella della città di Fiorenza, cioè un giglio rosso.
    A canto a questo era la creazione overo elezzione del medesimo alla
    degnità del ducato: l'impresa il caduceo di Mercurio, e nel fregio
    l'arme del castellano della fortezza; e questa storia, essendo stata
40   disegnata da Francesco Salviati, perché ebbe a partirsi in que' giorni
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