Volume 5

Edizione Giuntina
    creato il duca Cosimo l'anno 1536, quando venne a marito la signora
    donna Leonora di Tolledo - donna nel vero rarissima e di così gran-
    de et incomparabile valore che può a qual sia più celebre e famosa nel-
    l'antiche storie senza contrasto aguagliarsi e per aventura preporsi -,
5   nelle nozze che si fecero a dì 27 di giugno l'anno 1539, fece Aristotile
    nel cortile grande del palazzo de' Medici, dove è la fonte, un'altra
    scena che rappresentò Pisa, nella quale vinse sé stesso, sempre mi-
    gliorando e variando: onde non è possibile mettere insieme mai né la
    più variata sorte di finestre e porte, né facciate di palazzi più bizzarre
10   e capricciose, né strade o lontani che meglio sfuggano e facciano tutto
    quello che l'ordine vuole della prospettiva. Vi fece oltra di questo
    il campanile torto del Duomo, la cupola et il tempio tondo di S. Gio-
    vanni, con altre cose di quella città. Delle scale che fece in questa
    non dirò altro, né quanto rimanessero ingannati, per non parere di
15   dire il medesimo che s'è detto altre volte: dirò bene che questa, la
    quale mostrava salire da terra in su quel piano, era nel mezzo a otto
    facce e dalle bande quadra, con artifizio nella sua semplicità gran-
    dissimo, perché diede tanta grazia alla prospettiva di sopra, che non
    è possibile in quel genere veder meglio. Appresso ordinò con molto
20   ingegno una lanterna di legname a uso d'arco dietro a tutti i casa-
    menti, con un sole alto un braccio fatto con una palla di cristallo
    piena d'acqua stillata, dietro la quale erano due torchî accesi, che la
    facevano in modo risplendere che ella rendeva luminoso il cielo della
    scena e la prospettiva, in guisa che pareva veramente il sole vivo e
25   naturale; e questo sole, dico, avendo intorno un ornamento di razzi
    d'oro che coprivano la cortina, era di mano in mano per via d'un
    arganetto che era tirato con sì fatt'ordine, che a principio della co-
    media pareva che si levasse il sole, e che, salito infino al mezzo dell'ar-
    co, scendesse in guisa che al fine della comedia entrasse sotto e tra-
30   montasse. Compositore della comedia fu Anton Landi, gentiluomo
    fiorentino; e sopra gli'intermedii e la musica fu Giovan
    Batista Strozzi, allora giovane e di bellissimo ingegno. Ma perché
    dell'altre cose che adornarono questa comedia, gl'intermedii e le
    musiche, fu scritto allora a bastanza, non dirò altro se non chi furono
35   coloro che fecero alcune pitture, bastando per ora sapere che l'altre
    cose condussero il detto Giovan Batista Strozzi, il Tribolo et Ari-
    stotile.
    Erano sotto la scena della comedia le facciate dalle bande spartite
    in sei quadri dipinti, e grandi braccia otto l'uno e larghi 5, ciascuno
40   de' quali aveva intorno un ornamento largo un braccio e due terzi, il
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