Volume 5

Edizione Giuntina
    Grillandaio, che avevan cura d'ogni cosa. Fece dopo molti quadri di
    Nostre Donne a olio, parte di sua fantasia e parte ritratte da opere
    d'altri, e fra l'altre ne fece una simile a quella che Raffaello dipinse
    al Popolo in Roma, dove la Madonna cuopre [il] putto con un velo:
5   la quale ha oggi Filippo dell'Antella; un'altra ne hanno gl'eredi di
    messer Ottaviano de' Medici, insieme col ritratto del detto Lorenzo,
    il quale Aristotile ricavò da quello che avea fatto Raffaello. Molti
    altri quadri fece ne' medesimi tempi, che furono mandati in Inghil-
    terra. Ma conoscendo Aristotile di non avere invenzione, e quanto
10   la pittura richieggia studio e buon fondamento di disegno, e che per
    mancar di queste parti non poteva gran fatto divenire eccellente, si
    risolvé di volere che il suo esercizio fusse l'architettura e la prospetti-
    va, facendo scene da comedie a tutte l'occasioni che se gli porges-
    sero, alle quali aveva molta inclinazione. Onde avendo il già detto
15   vescovo di Troia rimesso mano al suo palazzo in via di San Gallo,
    n'ebbe cura Aristotile, il quale col tempo lo condusse, con molta sua
    lode, al termine che si vede.
    Intanto avendo fatto Aristotile grande amicizia con Andrea del
    Sarto suo vicino, dal quale imparò a fare molte cose perfettamente,
20   attendendo con molto studio alla prospettiva, onde poi fu adoperato
    in molte feste che si fecero da alcune Compagnie di gentiluomini, che
    in quella tranquillità di vivere erano allora in Firenze. Onde avendosi
    a fare recitare dalla Compagnia della Cazzuola in casa di Bernardino
    di Giordano, al canto a Monteloro, la Mandragola, piacevolissima
25   comedia, fecero la prospettiva, che fu bellissima, Andrea del Sarto et
    Aristotile; e non molto dopo, alla Porta San Friano, fece Aristotile
    un'altra prospettiva in casa Iacopo Fornaciaio, per un'altra comedia
    del medesimo autore. Nelle quali prospettive e scene, che molto piac-
    quero all'universale, et in particolare al signor Alessandro et Ipolito
30   de' Medici, che allora erano in Fiorenza sotto la cura di Silvio Pas-
    serini cardinale di Cortona, acquistò di maniera nome Aristotile,
    che quella fu poi sempre la sua principale professione; anzi, come vo-
    gliono alcuni, gli fu posto quel sopranome, parendo che veramente
    nella prospettiva fusse quello che Aristotile nella filosofia. Ma come
35   spesso adiviene, che da una somma pace e tranquillità si viene alle
    guerre e discordie, venuto l'anno 1527, si mutò in Fiorenza ogni le-
    tizia e pace in dispiacere e travagli; perché essendo allora cacciati i
    Medici, e dopo venuta la peste e l'assedio, si visse molti anni poco
    lietamente; onde non si facendo allora dagl'artefici alcun bene, si
40   stette Aristotile in que' tempi sempre a casa, attendendo a' suoi studii
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