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Grillandaio, che avevan cura d'ogni cosa. Fece dopo molti quadri di |
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Nostre Donne a olio, parte di sua fantasia e parte ritratte da opere |
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d'altri, e fra l'altre ne fece una simile a quella che Raffaello dipinse |
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al Popolo in Roma, dove la Madonna cuopre [il] putto con un velo: |
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la quale ha oggi Filippo dell'Antella; un'altra ne hanno gl'eredi di |
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messer Ottaviano de' Medici, insieme col ritratto del detto Lorenzo, |
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il quale Aristotile ricavò da quello che avea fatto Raffaello. Molti |
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altri quadri fece ne' medesimi tempi, che furono mandati in Inghil- |
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terra. Ma conoscendo Aristotile di non avere invenzione, e quanto |
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la pittura richieggia studio e buon fondamento di disegno, e che per |
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mancar di queste parti non poteva gran fatto divenire eccellente, si |
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risolvé di volere che il suo esercizio fusse l'architettura e la prospetti- |
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va, facendo scene da comedie a tutte l'occasioni che se gli porges- |
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sero, alle quali aveva molta inclinazione. Onde avendo il già detto |
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vescovo di Troia rimesso mano al suo palazzo in via di San Gallo, |
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n'ebbe cura Aristotile, il quale col tempo lo condusse, con molta sua |
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lode, al termine che si vede. |
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Intanto avendo fatto Aristotile grande amicizia con Andrea del |
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Sarto suo vicino, dal quale imparò a fare molte cose perfettamente, |
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attendendo con molto studio alla prospettiva, onde poi fu adoperato |
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in molte feste che si fecero da alcune Compagnie di gentiluomini, che |
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in quella tranquillità di vivere erano allora in Firenze. Onde avendosi |
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a fare recitare dalla Compagnia della Cazzuola in casa di Bernardino |
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di Giordano, al canto a Monteloro, la Mandragola, piacevolissima |
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comedia, fecero la prospettiva, che fu bellissima, Andrea del Sarto et |
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Aristotile; e non molto dopo, alla Porta San Friano, fece Aristotile |
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un'altra prospettiva in casa Iacopo Fornaciaio, per un'altra comedia |
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del medesimo autore. Nelle quali prospettive e scene, che molto piac- |
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quero all'universale, et in particolare al signor Alessandro et Ipolito |
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de' Medici, che allora erano in Fiorenza sotto la cura di Silvio Pas- |
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serini cardinale di Cortona, acquistò di maniera nome Aristotile, |
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che quella fu poi sempre la sua principale professione; anzi, come vo- |
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gliono alcuni, gli fu posto quel sopranome, parendo che veramente |
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nella prospettiva fusse quello che Aristotile nella filosofia. Ma come |
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spesso adiviene, che da una somma pace e tranquillità si viene alle |
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guerre e discordie, venuto l'anno 1527, si mutò in Fiorenza ogni le- |
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tizia e pace in dispiacere e travagli; perché essendo allora cacciati i |
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Medici, e dopo venuta la peste e l'assedio, si visse molti anni poco |
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lietamente; onde non si facendo allora dagl'artefici alcun bene, si |
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stette Aristotile in que' tempi sempre a casa, attendendo a' suoi studii |