Volume 5

Edizione Giuntina
    la Postierla in un muro a fresco, sopra la porta del capitan Lorenzo
    Mariscotti, dove un Cristo morto, che è in grembo alla Madre, ha
    una grazia e divinità maravigliosa. Similmente un quadro a olio di
    Nostra Donna, che egli dipinse a messer Enea Savini dalla Coste-
5   rella, è molto lodato; et una tela che fece per Assuero Rettori da S.
    Martino, nella quale è una Lucrezia Romana che si ferisce, mentre è
    tenuta dal padre e dal marito, fatti con bell'attitudini e bella grazia
    di teste.
    Finalmente vedendo Giovan Antonio la divozione de' Sanesi era
10   tutta vòlta alla virtù et opere eccellenti di Domenico Beccafumi, e
    non avendo in Siena né casa né entrate, et avendo già quasi consu-
    mato ogni cosa, e divenuto vecchio e povero, quasi disperato si partì
    da Siena e se n'andò a Volterra. E come volle la sua ventura, trovando
    quivi messer Lorenzo di Galeotto de' Medici, gentiluomo ricco et
15   onorato, si cominciò a riparare appresso di lui con animo di starvi
    lungamente. E così dimorando in casa di lui, fece a quel signore in
    una tela il carro del Sole, il quale essendo mal guidato da Faetonte
    cade nel Po. Ma si vede bene che fece quell'opera per suo passatempo
    e che la tirò di pratica senza pensare a cosa nessuna, in modo è or-
20   dinaria da dovero e poco considerata. Venutogli poi aùnnoia lo stare
    a Volterra et in casa quel gentiluomo, come colui che era avez[z]o a
    essere libero, si partì et andossene a Pisa, dove per mezzo di Battista
    del Cervelliera fece a messer Bastiano della Seta, Operaio del Duo-
    mo, due quadri, che furono posti nella nicchia dietro all'altare mag-
25   giore del Duomo, a canto a quegli del Sogliano e del Beccafumi. In
    uno è Cristo morto con la Nostra Donna e con l'altre Marie, e nell'al-
    tro il sacrifizio d'Abramo e d'Isac suo figliuolo. Ma perché questi
    quadri non riuscirono molto buoni, il detto Operaio, che aveva dise-
    gnato fargli fare alcune tavole per la chiesa, lo licenziò, conoscendo
30   che gl'uomini che non studiano, perduto che hanno in vecchiezza un
    certo che di buono che in giovanezza avevano da natura, si riman-
    gono con una pratica e maniera le più volte poco da lodare. Nel me-
    desimo tempo finì Giovan Antonio una tavola che egli avea già co-
    minciata a olio per Santa Maria della Spina, facendovi la Nostra
35   Donna col Figliuolo in collo, et innanzi a lei ginocchioni Santa
    Maria Madalena e Santa Caterina, e ritti dagli lati San Giovanni,
    San Bastiano e San Giuseppo; nelle quali tutte figure si portò molto
    meglio che ne' due quadri del Duomo. Dopo, non avendo più che
    fare a Pisa, si condusse a Lucca, dove in San Ponziano, luogo de'
40   frati di Monte Oliveto, gli fece fare un abate suo conoscente una
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