Volume 5

Edizione Giuntina
    parendoli essere fatto grand'uomo, cominciò a non volere più
    lavorare, se non quando era cacciato dalla necessità. Ma essendo an-
    dato Agostino per alcuni suo' negozii a Siena et avendovi menato
    Giovan Antonio, nel dimorare là fu forzato, essendo cavaliere senza
5   entrate, mettersi a dipignere; e così fece una tavola, dentrovi un
    Cristo deposto di croce, in terra la Nostra Donna tramortita, et un
    uomo armato, che voltando le spalle mostra il dinanzi nel lustro
    d'una celata che è in terra, lucida come uno specchio: la quale opera,
    che fu tenuta et è delle migliori che mai facesse costui, fu posta in
10   San Francesco a man destra entrando in chiesa. Nel chiostro poi che
    è allato alla detta chiesa, fece in fresco Cristo battuto alla colonna,
    con molti Giudei d'intorno a Pilato, e con un ordine di colonne ti-
    rate in prospettiva a uso di cortine. Nella qual opera ritrasse Gio-
    van Antonio se stesso senza barba, cioè raso e con i capelli lunghi,
15   come si portavano allora. Fece non molto dopo al signor Iacopo Se-
    sto di Piombino alcuni quadri, e standosi con esso lui in detto luogo
    alcun'altre cose in tele; onde col mezzo suo, oltre a molti presenti
    e cortesie che ebbe da lui, cavò della sua isola dell'Elba molti animali
    piccoli di quelli che produce quell'isola, i quali tutti condusse a Siena.
20   Capitando poi a Firenze, un monaco de' Brandolini, abbate del mo-
    nasterio di Monte Oliveto, che è fuor della Porta San Friano, gli fece
    dipignere a fresco nella facciata del refettorio alcune pitture; ma per-
    ché, come stracurato, le fece senza studio, riuscirono sì fatte, che
    fu uccellato e fatto beffe delle sue pazzie da coloro che aspettavano
25   che dovesse fare qualche opera straordinaria. Mentre dunque che
    faceva quell'opera, avendo menato seco a Fiorenza un caval barbero,
    lo messe a correre il palio di San Bernaba; e, come volle la sorte, corse
    tanto meglio degl'altri, che lo guadagnò: onde avendo i fanciulli a
    gridare, come si costuma, dietro al palio et alle trombe il nome o co-
30   gnome del padrone del cavallo che ha vinto, fu dimandato Giovan
    Antonio che nome si avev' a gridare; et avendo egli risposto «Sod-
    doma, Soddoma!», i fanciulli così gridavano. Ma avendo udito così
    sporco nome certi vecchi da bene, cominciarono a farne rumore et a
    dire: «Che porca cosa, che ribalderia è questa, che si gridi per la
35   nostra città così vituperoso nome?»; di maniera che mancò poco,
    levandosi il rumore, che non fu dai fanciulli e dalla plebe lapida-
    to il povero Soddoma, et il cavallo e la bertuccia che avea in grop-
    pa con esso lui. Costui, avendo nello spazio di molti anni raccoz-
    zati molti palii, stati a questo modo vinti dai suoi cavalli, n'aveva
40   una vanagloria la maggior del mondo, et a chiunche gli capitava a
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