Volume 5

Edizione Giuntina
    Vicenza, Peschera et altri luoghi: de' quali tutti, e di quanto gli parve
    bisognasse, diede ai suoi signori in iscritto minutamente notizia.
    Mandato poi dai medesimi in Dalmazia per fortificare le città e
    luoghi di quella provincia, vide ogni cosa e restaurò con molta dili-
5   genza dove vide il bisogno esser maggiore; e perché non potette
    egli spedirsi del tutto, vi lasciò Gian Girolamo suo nipote, il quale
    avendo ottimamente fortificata Zara, fece dai fondamenti la mara-
    vigliosa fortezza di San Niccolò sopra la bocca del porto di Se-
    benico. Michele intanto, essendo stato con molta fretta mandato a
10   Corfù, ristaurò in molti luoghi quella fortezza, et il simigliante fece
    in tutti i luoghi di Cipri e di Candia: se bene indi a non molto gli
    fu forza, temendosi di non perdere quell'isola per le guerre turche-
    sche che soprastavano, tornarvi, dopo avere rivedute in Italia le for-
    tezze del dominio viniziano, a fortificare con incredibile prestezza la
15   Canìa, Candia, Retimo e Settia, ma particolarmente la Canìa e Can-
    dia, la quale riedificò dai fondamenti e fece inespugnabile. Essendo
    poi assediata dal Turco Napoli di Romania, fra per diligenza del San
    Michele in fortificarla e bastionarla et il valore d'Agostino Clusoni
    veronese, capitano valorosissimo, in difenderla con l'arme, non fu al-
20   trimenti presa dai nemici né superata. Le quali guerre finite, andato
    che fu il San Michele col magnifico messer Tomaso Monzenigo, ca-
    pitan generale di mare, a fortificare di nuovo Corfù, torna-
    rono a Sebenico, dove molto fu comendata la diligenza di Giangi-
    rolamo usata nel fare la detta fortezza di San Niccolò.
25   Ritornato poi il San Michele a Vinezia, dove fu molto lodato per
    l'opere fatte in Levante in servigio di quella Republica, deliberarono
    di fare una fortezza sopra il Lito, cioè alla bocca del porto di Vinezia.
    Per che dandone cura al San Michele, gli dissero che, se tanto aveva
    operato lontano di Vinezia, che egli pensasse quanto era suo debito
30   di fare in cosa di tanta importanza e che in eterno aveva da essere
    in su gl'occhi del senato e di tanti signori: e che oltre ciò si aspettava
    da lui, oltre alla bellezza e fortezza dell'opera, singolare industria nel
    fondare sicuramente in luogo paludoso, fasciato d'ogni intorno dal
    mare e bersaglio de' flussi e riflussi, una machina di tanta importan-
35   za. Avendo dunque il San Michele non pure fatto un bellissimo e si-
    curissimo modello, ma anco pensato il modo da porlo in effetto e fon-
    darlo, gli fu commesso che senz'indugio si mettesse mano a lavorare.
    Onde egli avendo avuto da que' signori tutto quello che bisognava, e
    preparata la materia e ripieno de' fondamenti, e fatto oltre ciò molti
40   pali ficcati con doppio ordine, si mise con grandissimo numero di
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