Volume 5

Edizione Giuntina
    due storie, una di Melchisedec, l'altra quando piove la manna,
    lavorate a fresco; e nella volta spartì con varii ornamenti di stucco
    quindici storiette della Passione di Gesù Cristo, che ne fe' di pittura
    nove, e sei ne fece di mezzo rilievo, cosa ricca e bene intesa; e ne ri-
5   portò tale onore, che non si partì altrimenti, che nel medesimo luogo
    fece una altra cappella della medesima grandezza, di rincontro a quella
    intitolata nella Concezione, con la volta tutta di bellissimi stucchi
    con ricco lavoro, nella quale insegnò a Pietro Paulo suo figliuolo a
    lavorargli, che gli à poi fatto onore e di quel mestiero è diventato pra-
10   tichissimo. Francesco adunque nelle facciate fece a fresco la Natività
    e la Presentazione di Nostra Donna, e sopra lo altare fece Santa An-
    na e la Vergine col Figliuolo in collo, e due Angeli che la 'ncoronano.
    E nel vero l'opere sue sono lodate dagl'artefici e parimente i costumi
    e la vita sua; molto cristianamente è vissuto con quiete, godutosi
15   quel ch'egli à provisto con le sue fatiche.
    Fu ancora creato del Genga Baldassarri Lancia da Urbino, il quale,
    avendo egli atteso a molte cose d'ingegno, s'è poi essercitato nelle
    fortificazioni, dove e per la signoria di Lucca provisionato da loro
    (nel qual luogo sté alcun tempo), e poi è coll'illustrissimo duca Cosi-
20   mo de' Medici venuto a servirlo nelle sue fortificazioni dello Stato
    di Fiorenza e di Siena, e l'ha adoperato et adopera a molte cose in-
    gegnose; et affaticatosi onoratamente e virtuosamente Baldassarri,
    dove n'ha riportato grate remunerazioni da quel signore. Molti al-
    tri servirono Girolamo Genga, de' quali, per non essere venuti in
25   molta grande eccellenza, non iscade ragionarne.
   
    Di Girolamo sopradetto essendo nato in Cesana, l'anno 1518, Bar-
    tolomeo, mentre che il padre seguitava nell'esilio il Duca suo signore,
    fu da lui molto costumatamente allevato e posto poi, essendo già
30   fatto grandicello, ad apprendere gramatica, nella quale fece più che
    mediocre profitto. Dopo, essendo all'età di 18 anni pervenuto, ve-
    dendolo il padre più inclinato al disegno che alle lettere, lo fece atten-
    dere al disegno appresso di sé circa due anni; i quali finiti, lo mandò
    a studiare il disegno e la pittura a Fiorenza, là dove sapeva che è il ve-
35   ro studio di quest'arte per l'infinite opere che vi sono di maestri ec-
    cell[enti], così antichi come moderni. Nel qual luogo dimorando Bar-
    tolomeo e attendendo al disegno et all'architettura, fece amicizia con
    Giorgio Vasari, pittore et architetto aretino, e con Bartolomeo Aman-
    nati scultore, da' quali imparò molte cose appartenenti all'arte. Final-
40   mente, essendo stato tre anni in Fiorenza, tornò al padre, che allora
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