Volume 5

Edizione Giuntina
    sono molti belli. Fece al vescovo di Sinigaglia alcune bizzarrie di vasi
    di cera, da bere, per farli poi d'argento; e con più diligenzia
    ne fece al Duca per la sua credenza alcuni altri bellissimi. Fu bel-
    lissimo inventore di mascherate e d'abiti, come si vidde al tempo
5   del detto Duca, dal quale meritò per le sue rare virtù e buone qualità
    essere assai remunerato.
    Essendo poi successo il duca Guidobaldo suo figliuolo, che regge
    oggi, fece principiare dal detto Genga la chiesa di San Giovambattista
    in Pesaro, che, essendo stata condotta secondo quel modello da Bar-
10   tolomeo suo figliuolo, è di bellissima architettura in tutte le parti,
    per avere assai immitato l'antico e fattala in modo ch'ell'è il più bel
    tempio che sia in quelle parti, sì come l'opera stessa apertamente di-
    mostra, potendo stare al pari di quelle di Roma più lodate. Fu simil-
    mente per suo disegno e opera fatto da Bartolomeo Ammannati fio-
15   rentino, scultore, allora molto giovane, la sepoltura del duca Fran-
    cesco Maria in Santa Chiara d'Urbino, che per cosa semplice e di
    poca spesa riuscì molto bella. Medesimamente fu condotto da lui
    Battista Franco, pittore veniziano, a dipignere la cappella grande del
    Duomo d'Urbino, quando per suo disegno si fece l'ornamento del-
20   l'organo del detto Duomo, che ancor non è finito. E poco dappoi,
    avendo scritto il cardinale di Mantova al Duca che gli dovesse man-
    dare Girolamo perché voleva rassettare il suo vescovado di quella
    città, egli vi andò e rassettollo molto bene di lumi e di quanto disi-
    derava quel signore; il quale oltre ciò, volendo fare una facciata bella
25   al detto Duomo, gliene fece fare un modello, che da lui fu condotto di
    tal maniera che si può dire che avanzasse tutte l'architetture del suo
    tempo, perciò che si vede in quello grandezza, proporzione, grazia e
    composizione bellissima. Essendo poi ritornato da Mantova già vec-
    chio, se n'andò a stare a una sua villa nel territorio d'Urbino, detta
30   le Valle, per riposarsi e godersi le sue fatiche; nel qual luogo, per
    non stare in ozio, fece di matita una Conversione di San Paolo, con
    figure e cavalli assai ben grandi e con bellissime attitudini; la quale
    da lui con tanta pazienza e diligenza fu condotta, che non si può
    dire né vedere la maggiore, sì come appresso delli suoi eredi si vede,
35   da' quali è tenuta per cosa preziosa e carissima. Nel qual luogo stan-
    do con l'animo riposato, oppresso da una terribile febbre, ricevuti
    ch'egli ebbe tutti i Sacramenti della Chiesa, con infinito dolore di sua
    moglie e de suoi figliuoli finì il corso di sua vita nel 1551, agli XI
    di luglio, di età d'anni 75 incirca; dal qual luogo essendo portato
40   a Urbino, fu sepolto onoratamente nel vescovado innanzi alla cappella
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