Volume 5

Edizione Giuntina
    Mantovano, in far paesi e verdure rarissimo; e fra li altri vi lavorò
    anco Bronzino fiorentino, giovinetto, come si è detto nella Vita del
    Puntormo. Essendovi anco condotti i Dossi ferraresi, fu allogata loro
    una stanza a dipignere; ma perché, finita che l'ebbero, non piacque
5   al Duca, fu gittata a terra e fatta rifare dalli sopranominati. Fecevi
    poi la torre alta 120 piedi, con 13 scale di legno da salirvi sopra,
    accomodate tanto bene e nascoste nelle mura che si ritirano di solaro
    in solaro agevolmente: il che rende quella torre fortissima e maravi-
    gliosa. Venendo poi voglia al Duca di voler fortificare Pesaro et
10   avendo fatto chiamare Pierfrancesco da Viterbo, architetto molto ec-
    cellente, nelle dispute che si facevano sopra la fortificazione sempre
    Girolamo v'intervenne, e il suo discorso e parere fu tenuto buono
    e pieno di giudizio: onde, se m'è lecito così dire, il disegno di quella
    fortezza fu più di Girolamo che d'alcun altro, se bene questa sorte di
15   architettura da lui fu sempre stimata poco, parendoli di poco pregio e
    dignità. Vedendo dunque il Duca di avere un così raro ingegno, de-
    liberò di fare al detto luogo dell'Imperiale, vicino al palazzo vecchio,
    un altro palazzo nuovo; e così fece quello che oggi vi si vede, che per
    esser fabrica bellissima e bene intesa, piena di camere, di colonnati
20   e di cortili, di logge, di fontane e di amenissimi giardini, da quella
    banda non passano prencipi che non la vadino a vedere; onde meritò
    che papa Paulo Terzo, andando a Bologna con tutta la sua corte,
    l'andasse a vedere e ne restasse pienamente sodisfatto.
    Col disegno del medesimo il Duca fece restaurare la corte di Pe-
25   saro et il Barchetto, facendovi dentro una casa, che, rappresentando
    una ruina, è cosa molto bella a vedere; e fra le altre cose vi è una
    scala, simile a quella di Belvedere di Roma, che è bellissima. Me-
    diante [lui] fece restaurare la rocca di Gradara, e la corte di Castel
    Durante, in modo che tutto quello che vi è di buono venne da questo
30   mirabile ingegno. Fece similmente il corridore della corte d'Urbino
    sopra il giardino, e un altro cortile ricinse da una banda con pietre
    traforate con molta diligenza. Fu anco cominciato col disegno di co-
    stui il convento de' Zoccolanti a Monte Baroccio e Santa Maria delle
    Grazie a Senigaglia, che poi restarono imperfette per la morte del
35   Duca. Fu ne' medesimi tempi con suo ordine e disegno cominciato
    il vescovado di Sinigaglia, che se ne vede anco il modello fatto da
    lui. Fece anco alcune opere di scultura e figure tonde di terra e di
    cera, che sono in casa de' nipoti in Urbino, assai bene. All'Imperiale
    fece alcuni Angeli di terra, i quali fece poi gettar di gesso e mettergli
40   sopra le porte delle stanze lavorate di stucco nel palazzo nuovo, che
- pagina 349 -
pagina precedentepagina successiva