Volume 5

Edizione Giuntina
    in opera. E così Iacopo non seguitò di fare più cartoni altrimenti.
    Ma tornando a' suoi soliti lavori, fece un quadro di Nostra Donna
    che fu dal Duca donato al signor don [...], che lo portò in Ispagna.
    E perché Sua Eccellenza, seguitando le vestigia de' suoi maggiori, ha
5   sempre cercato di abellire et adornare la sua città, essendole ciò ve-
    nuto in considerazione, si risolvé di fare dipignere tutta la capella
    maggiore del magnifico tempio di San Lorenzo, fatta già dal gran
    Cosimo Vecchio de' Medici. Per che datone il carico a Iacopo Pun-
    tormo, o di sua propria volontà o per mezzo (come si disse) di messer
10   Pierfrancesco Ricci maiorduomo, esso Iacopo fu molto lieto di quel
    favore; perciò che, se bene la grandezza dell'opera, essendo egli assai
    bene in là con gl'anni, gli dava che pensare, e forse lo sgomentava,
    considerava dall'altro lato quanto avesse il campo largo, nella gran-
    dezza di tant'opera, di mostrare il valore e la virtù sua. Dicono alcuni
15   che veggendo Iacopo essere stata allogata a sé quell'opera, nonostante
    che Francesco Salviati, pittore di gran nome, fusse in Firenze et aves-
    se felicemente condotta di pittura la sala di palazzo, dove già era
    l'Udienza della Signoria, ebbe a dire che mostrarebbe come si dise-
    gnava e dipigneva e come si lavora in fresco, et oltre ciò, che gl'altri
20   pittori non erano se non persone da dozzina, et altre simili parole al-
    tiere e troppo insolenti. Ma perché io conobbi sempre Iacopo per-
    sona modesta e che parlava d'ognuno onoratamente et in quel modo
    che dee fare un costumato e virtuoso artefice come egli era, credo
    che queste cose gli fussero aposte, e che non mai si lasciasse uscir di
25   bocca sì fatti vantamenti, che sono per lo più cose d'uomini vani e
    che troppo di sé presumono; con la qual maniera di persone non ha
    luogo la virtù né la buona creanza. E se bene io arei potuto tacere
    queste cose, non l'ho voluto fare, però che il procedere come ho fatto
    mi pare ufficio di fedele e verace scrittore. Basta che, se bene questi
30   ragionamenti andarono attorno, e massimamente fra gl'artefici no-
    stri, porto nondimeno ferma opinione che fussero parole d'uomini
    maligni, essendo sempre stato Iacopo nelle sue azzioni, per quello
    che appariva, modesto e costumato.
    Avendo egli adunque con muri, assiti e tende turata quella capella
35   e datosi tutto alla solitudine, la tenne per ispazio d'undici anni in
    modo serrata, che da lui in fuori mai non vi entrò anima vivente, né
    amici né nessuno. Bene è vero che, disegnando alcuni giovinetti nella
    Sagrestia di Michelagnolo, come fanno i giovani, salirono per le chioc-
    ciole di quella in sul tetto della chiesa, e levati i tegoli e l'asse del
40   rosone di quelli che vi sono dorati, videro ogni cosa. Di che accortosi
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