Volume 5

Edizione Giuntina
    i palchi e la turata fusse gettata in ter[r]a. Ma Iacopo essendosi
    raccomandato, et avendo ottenuto che si stesse anco alcuni giorni a
    scoprirla, la ritoccò prima dove gli parea che n'avesse di bisogno; e
    poi fatta fare una tela a suo modo, che tenesse quella loggia (quando
5   que' signori non v'erano) coperta, acciò l'aria, come avea fatto a Ca-
    reggi, non si divorasse quelle pitture lavorate a olio in sulla calcina
    secca, la scoperse con grande aspettazione d'ognuno, pensandosi che
    Iacopo avesse in quell'opera avanzato se stesso e fatto alcuna cosa
    stupendissima. Ma gl'effetti non corrisposero interamente all'opi-
10   nione; perciò che, se bene sono in questa molte parti buone, tutta la
    proporzione delle figure pare molto difforme, e certi stravolgimenti et
    attitudini che vi sono pare che siano senza misura e molto strane.
    Ma Iacopo si scusava con dire che non avea mai ben volentieri lavo-
    rato in quel luogo, perciò che, essendo fuor di città, par molto sotto-
15   posto alle furie de' soldati et ad altri simili accidenti. Ma non acca-
    deva che egli temesse di questo, perché l'aria et il tempo (per essere
    lavorate nel modo che si è detto) le va consumando a poco a poco.
    Vi fece dunque nel mezzo della volta un Saturno col segno del
    Capricorno, e Marte ermafrodito nel segno del Leone e della Vergine,
20   et alcuni putti in aria che volano come quei di Careggi. Vi fece poi
    in certe feminone grandi, e quasi tutte ignude, la Filosofia, l'Astro-
    logia, la Geometria, la Musica, l'Arismetica, et una Cerere, et alcune
    medaglie di storiette fatte con varie tinte di colori et apropriate alle
    figure. Ma con tutto che questo lavoro faticoso e stentato non molto
25   sodisfacesse, e se pur assai, molto meno che non s'aspettava, mostrò
    Sua Eccell[enza] che gli piacesse e si servì di Iacopo in ogni occor-
    renza, essendo massimamente questo pittore in molta venerazione ap-
    presso i popoli per le molto belle e buon'opere che avea fatto per lo
    passato.
30   Avendo poi condotto il signor Duca in Fiorenza maestro Giovanni
    Rosso e maestro Niccolò fiamminghi, maestri eccell[enti] di panni d'a-
    razzo, perché quell'arte si esercitasse et imparasse dai fiorentini, or-
    dinò che si facessero panni d'oro e di seta per la sala del consiglio
    de' Dugento, con spesa di sessantamila scudi, e che Iacopo e Bron-
35   zino facessero nei cartoni le storie di Ioseffo. Ma avendone fatte Ia-
    copo due, in uno de' quali è quando a Iacob è annunziata la
    morte di Ioseffo e mostratogli i panni sanguinosi, e nell'altro il fug-
    gire di Ioseffo, lasciando la veste, dalla moglie di Putifaro, non piac-
    quero né al Duca né a que' maestri che gl'avevano a mettere in opera,
40   parendo loro cosa strana e da non dover riuscire ne' panni tessuti et
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