Volume 5

Edizione Giuntina
    dipignergli in quel mentre una cassa d'arpicordo, che molto piacque
    a quel prencipe; il ritratto del quale finalmente fece il Bronzino, che
    fu bellissimo e molto piacque a quel prencipe. Iacopo dunque scrisse
    tante volte e tanti mezzi adoperò, che finalmente fece tornare il Bron-
5   zino; ma non per tanto non si poté mai indurre quest'uomo a fare
    di quest'opera altro che i cartoni, comeché ne fusse dal magnifico Ot-
    taviano e dal duca Alessandro sollecitato. In uno de' quali cartoni,
    che sono oggi per la maggior parte in casa di Lodovico Capponi, è
    un Ercole che fa scoppiare Anteo; in un altro una Venere et Adone,
10   et in una carta una storia d'ignudi che giuocano al calcio.
    In questo mezzo, avendo il signor Alfonso Davalo marchese del
    Guasto ottenuto, per mezzo di fra' Niccolò della Magna, da Miche-
    lagnolo Buonarroti un cartone d'un Cristo che appare alla Madalena
    nell'orto, fece ogni opera d'avere il Puntormo che glielo conducesse
15   di pittura, avendogli detto il Buonarroto che niuno poteva meglio
    servirlo di costui. Avendo dunque condotta Iacopo questa opera a
    perfezzione, ella fu stimata pittura rara per la grandezza del disegno
    di Michelagnolo e per lo colorito di Iacopo; onde avendola veduta
    il signor Alessandro Vitelli, il quale era allora in Fiorenza capitano
20   della guardia de' soldati, si fece fare da Iacopo un quadro del me-
    desimo cartone, il quale mandò e fe' porre nelle sue case a Città di
    Castello. Veggendosi adunque quanta stima facesse Michelagnolo del
    Puntormo, e con quanta diligenza esso Puntormo conducesse a per-
    fezzione e ponesse ottimamente in pittura i disegni e ' cartoni di Mi-
25   chelagnolo, fece tanto Bartolomeo Bettini, che il Buonarruoti suo
    amicissimo gli fece un cartone d'una Venere ignuda con un Cupido
    che la bacia, per farla fare di pittura al Pontormo e metterla in mezzo
    a una sua camera, nelle lunette della quale aveva cominciato a fare
    dipignere dal Bronzino Dante, Petrarca e Boccaccio, con animo di
30   farvi gl'altri poeti che hanno con versi e prose toscane cantato d'a-
    more. Avendo dunque Iacopo avuto questo cartone, lo condusse,
    come si dirà, a suo agio a perfezzione in quella maniera che sa tutto
    il mondo senza che io lo lodi altrimenti. I quali disegni di Miche-
    lagnolo furono cagione che considerando il Puntormo la maniera di
35   quello artefice nobilissimo, se gli destasse l'animo e si risolvesse per
    ogni modo a volere secondo il suo sapere imitarla e seguitarla. Et
    allora conobbe Iacopo quanto avesse mal fatto a lasciarsi uscir di
    mano l'opera del Poggio a Caiano, comeché egli ne incol-
    passe in gran parte una sua lunga e molto fastidiosa infermità, et in
40   ultimo la morte di papa Clemente, che ruppe al tutto quella pratica.
- pagina 326 -
pagina precedentepagina successiva