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anco il fradiciccio intorno agl'occhi, e le carni morte affatto nell'estre- |
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mità de' piedi e delle mani, là dove non era ancora lo spirito arrivato. |
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In un quadro d'un braccio e mezzo fece alle donne dello Spedale |
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degl'Innocenti, in uno numero infinito di figure piccole, l'istoria de- |
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gl'undicimila Martiri stati da Diocleziano condennati alla morte e |
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tutti fatti crucifiggere in un bosco: dentro al quale finse Iacopo una |
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battaglia di cavalli e d'ignudi molto bella, et alcuni putti bellissimi, |
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che volando in aria aventano saette sopra i crucifissori; similmente |
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intorno all'imperadore che gli condanna sono alcuni ignudi che vanno |
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alla morte, bellissimi. Il qual quadro, che è in tutte le parti da lodare, |
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è oggi tenuto in gran pregio da don Vincenzio Borghini, spedalingo |
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di quel luogo e già amicissimo di Iacopo. Un altro quadro simile al |
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sopradetto fece a Carlo Neroni, ma con la battaglia de' Martiri sola |
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e l'Angelo che gli battezza, et appresso il ritratto di esso Carlo. Ri- |
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trasse similmente nel tempo dell'assedio di Fiorenza Francesco Guar- |
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di in abito di soldato, che fu opera bellissima; e nel coperchio poi di |
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questo quadro dipinse Bronzino Pigmalione che fa orazione a Ve- |
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nere, perché la sua statua, ricevendo lo spirito, s'aviva e divenga (co- |
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me fece secondo le favole d'i poeti) di carne e d'ossa. In questo tem- |
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po, dopo molte fatiche, venne fatto a Iacopo quello che egli aveva |
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lungo tempo disiderato: perciò che avendo sempre avuto voglia d'a- |
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vere una casa che fusse sua propria e non avere a stare a pigione, per |
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potere abitare e vivere a suo modo, finalmente ne comperò una |
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nella via della Colonna, dirimpetto alle monache di Santa Maria |
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degl'Angeli. |
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Finito l'assedio, ordinò papa Clemente a messer Ottaviano de' |
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Medici che facesse finire la sala del Poggio a Caiano. Per che, |
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essendo morto il Francia Bigio et Andrea del Sarto, ne fu data intera- |
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mente la cura al Puntormo, il quale, fatti fare i palchi e le turate, co- |
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minciò a fare i cartoni; ma perciò che se n'andava in ghiribizzi e |
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considerazioni, non mise mai mano altrimenti all'opera. Il che non |
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sarebbe forse avvenuto se fusse stato in paese il Bronzino, che allora |
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lavorava all'Imperiale, luogo del duca d'Urbino, vicino a Pesero. Il |
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quale Bronzino, se bene era ogni giorno mandato a chiamare da Ia- |
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copo, non però si poteva a sua posta partire, però che avendo fatto |
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nel peduccio d'una volta all'Imperiale un Cupido ignudo molto bel- |
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lo, et i cartoni per gl'altri, ordinò il prencipe Guidobaldo, conosciuta |
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la virtù di quel giovane, d'essere ritratto da lui. Ma perciò che voleva |
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essere fatto con alcune arme che aspettava di Lombardia, il Bronzino |
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fu forzato trattenersi più che non arebbe voluto con quel prencipe, e |