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Vicino al monasterio di Boldrone, in sulla strada che va di lì a |
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Castello, et in sul canto d'un'altra che saglie al poggio e va a Cercina, |
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cioè due miglia lontano da Fiorenza, fece in un tabernacolo a fresco |
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un Crucifisso, la Nostra Donna che piange, San Giovanni Evange- |
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lista, Santo Agostino e San Giuliano: le qual tutte figure, non es- |
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sendo ancora sfogato quel capriccio e piacendogli la maniera tedesca, |
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non sono gran fatto dissimili da quelle che fece alla Certosa. Il che |
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fece ancora in una tavola che dipinse alle monache di Santa Anna, |
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alla Porta a S. Friano; nella qual tavola è la Nostra Donna col putto |
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in collo e Sant'Anna dietro, San Piero e San Benedetto con altri San- |
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ti; e nella predella è una storietta di figure piccole, che rappresen- |
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tano la Signoria di Firenze quando andava a processione con trom- |
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betti, pifferi, mazzieri, comandatori e tavolaccini, e col rimanente |
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della famiglia; e questo fece però che la detta tavola gli fu fat- |
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ta fare dal capitano e famiglia di palazzo. |
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Mentre che Iacopo faceva quest'opera, essendo stati mandati in |
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Firenze da papa Clemente Settimo, sotto la custodia del legato Sil- |
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vio Passerini cardinale di Cortona, Alessandro et Ipolito de' Medici, |
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ambi giovinetti, il magnifico Ottaviano, al quale il Papa gli aveva |
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molto raccomandati, gli fece ritrarre amendue dal Puntormo, il quale |
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lo servì benissimo e gli fece molto somigliare, comeché non molto |
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si partisse da quella sua maniera appresa dalla tedesca. In quel d'Ipo- |
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lito ritrasse insieme un cane molto favorito di quel signore, chiamato |
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Rodon, e lo fece così proprio e naturale che pare vivissimo. Ritrasse |
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similmente il vescovo Ardinghelli, che poi fu cardinale; et a Filippo |
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del Migliore suo amicissimo dipinse a fresco nella sua casa di via |
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Larga, al riscontro della porta principale, in una nicchia, una femina |
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figurata per Pomona, nella quale parve che cominciasse a cercare di |
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volere uscire in parte di quella sua maniera tedesca. |
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Ora vedendo per molte opere Giovambattista della Palla farsi ogni |
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giorno più celebre il nome di Iacopo, poiché non gl'era riuscito |
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mandare le pitture, dal medesimo e da altri state fatte al Borgherini, |
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al re Francesco, si risolvé, sapendo che il re n'aveva disiderio, di |
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mandargli a ogni modo alcuna cosa di mano del Puntormo. Per che |
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si adoperò tanto, che finalmente gli fece fare in un bellissimo qua- |
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dro la Ressurezzione di Lazzaro, che riuscì una delle migliori opere |
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che mai facesse e che mai fusse da costui mandata (fra infinite che |
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ne mandò) al detto re Francesco di Francia: e oltre che le teste erano |
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bellissime, la figura di Lazzaro, il quale ritornando in vita ripigliava |
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i spiriti nella carne morta, non poteva essere più maravigliosa, avendo |