Volume 5

Edizione Giuntina
    a Firenze, non lasciò per questo di frequentare assai quel luo-
    go et andare e venire continuamente dalla Certosa alla città. E così
    seguitando sodisfece in molte cose a que' padri; e fra l'altre fece in
    chiesa, sopra una delle porte che entrano nelle capelle, in una figura
5   dal mezzo in su, il ritratto d'un frate converso di quel monasterio, il
    quale allora era vivo et aveva centoventi anni, tanto bene e pulita-
    mente fatta con vivacità e prontezza, ch'ella merita che per lei sola si
    scusi il Puntormo della stranezza e nuova ghiribizzosa maniera che
    gli pose adosso quella solitudine e lo star lontano dal comerzio de-
10   gl'uomini. Fece oltre ciò, per la camera del priore di quel luogo, in
    un quadro la Natività di Cristo, fingendo che Giuseppo nelle tenebre
    di quella notte faccia lume a Gesù Cristo con una lanterna: e questo
    per stare in sulle medesime invenzioni e capricci che gli mettevano
    in animo le stampe tedesche. Né creda niuno che Iacopo sia da bia-
15   simare perché egli imitasse Alberto Duro nell'invenzioni, perciò che
    questo non è errore, e l'hanno fatto e fanno continuamente molti
    pittori: ma perché egli tolse la maniera stietta tedesca in ogni cosa,
    ne' panni, nell'aria delle teste e l'attitudini, il che doveva fuggire, e
    servirsi solo dell'invenzioni, avendo egli interamente con grazia e bel-
20   lezza la maniera moderna. Per la foresteria de' medesimi padri fece
    in un gran quadro di tela colorita a olio, senza punto affaticare o
    sforzare la natura, Cristo a tavola con Cleofas e Luca, grandi quanto
    il naturale; e perciò che in quest'opera seguitò il genio suo, ella riuscì
    veramente maravigliosa, avendo massimamente, fra coloro che ser-
25   vono a quella mensa, ritratto alcuni conversi di que' frati, i quali ho
    conosciuto io, in modo che non possono essere né più vivi né più
    pronti di quel che sono.
    Bronzino intanto, cioè mentre il suo maestro faceva le sopradette
    opere nella Certosa, seguitando animosamente i studi della pittura, e
30   tuttavia dal Puntormo, che era de' suoi discepoli amorevole, inani-
    mito, fece, senza aver mai più veduto colorire a olio, in sul muro
    sopra la porta del chiostro che va in chiesa, dentro sopra un arco, un
    S. Lorenzo ignudo in sulla grata, in modo bello, che si cominciò
    a vedere alcun segno di quell'eccellenza nella quale è poi venuto,
35   come si dirà a suo luogo: la qual cosa a Iacopo, che già vedeva dove
    quell'ingegno doveva riuscire, piacque infinitamente.
    Non molto dopo, essendo tornato da Roma Lodovico di Gino
    Capponni, il quale aveva cómpero in Santa Felicita la cappella che
    già i Barbadori feciono fare a Filippo di ser Brunellesco all'entrare
40   in chiesa a man ritta, si risolvé di far dipignere tutta la volta e poi
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