Volume 5

Edizione Giuntina
    fece un villano che siede con un pennato in mano, tanto bello e
    ben fatto che è cosa rarissima, come anco sono certi putti che vi sono,
    oltre ogni credenza vivi e naturali. Dall'altra banda, facendo
    Pomona e Diana con altre Dee, le aviluppò di panni forse troppo pie-
5   namente: nondimeno tutta l'opera è bella e molto lodata. Ma mentre
    che si lavorava quest'opera, venendo a morte Leone, così rimase
    questa imperfetta, come molte altre simili a Roma, a Firenze, a Lo-
    reto et in altri luoghi, anzi, povero il mondo e senza il vero mecenate
    degl'uomini virtuosi.
10   Tornato Iacopo a Firenze, fece in un quadro a sedere Santo Ago-
    stino vescovo che dà la benedizione, con due putti nudi che volano
    per aria, molto belli; il qual quadro è nella piccola chiesa delle suore
    di San Clemente in via di San Gallo, sopra un altare. Diede simil-
    mente fine a un quadro d'una Pietà con certi Angeli nudi, che fu
15   molto bell'opera e carissima a certi mercanti Raugei, per i quali egli
    la fece; ma sopra tutto vi era un bellissimo paese, tolto per la maggior
    parte da una stampa d'Alberto Duro. Fece similmente un quadro
    di Nostra Donna col Figliuolo in collo e con alcuni putti intorno,
    la quale è oggi in casa d'Alessandro Neroni; et un altro simile, cioè
20   d'una Madonna, ma diversa dalla sopradetta e d'altra maniera, ne fe-
    ce a certi Spagnuoli: il quale quadro, essendo a vendersi a un rigat-
    tiere, di lì a molti anni lo fece il Bronzino comperare a messer Barto-
    lomeo Panciatichi.
    L'anno poi 1522 essendo in Firenze un poco di peste, e però par-
25   tendosi molti per fuggire quel morbo contagiosissimo e salvarsi, si
    porse occasione a Iacopo d'alontanarsi alquanto e fuggire la città.
    Perché avendo un priore della Certosa, luogo stato edificato dagl'Ac-
    ciaiuoli fuor di Firenze tre miglia, a far fare alcune pitture a fresco
    ne' canti d'un bellissimo e grandissimo chiostro che circonda un
30   prato, gli fu messo per le mani Iacopo; per che avendolo fatto ricer-
    care e egli avendo molto volentieri in quel tempo accettata l'opera, se
    n'andò a Certosa, menando seco il Bronzino solamente. E gustato
    quel modo di vivere, quella quiete, quel silenzio e quella solitudine
    (tutte cose secondo il genio e natura di Iacopo), pensò con quella oc-
35   casione fare nelle cose dell'arti uno sforzo di studio e mostrare al
    mondo avere acquistato maggior perfezione e variata maniera da quel-
    le cose che avea fatto prima. Et essendo non molto inanzi dell'Ale-
    magna venuto a Firenze un gran numero di carte stampate e molto
    sottilmente state intagliate col bulino da Alberto Duro, eccellentis-
40   simo pittore tedesco e raro intagliatore di stampe in rame e legno, e
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