Volume 5

Edizione Giuntina
    di mio marito, et il quale io intendo col proprio sangue e colla stessa
    vita difendere. Esci di questa casa con questi tuoi masnadieri, Gio-
    vambattista, e va' di' a chi qua ti ha mandato comandando che queste
    cose si lievino dai luoghi loro, che io son quella che di qua entro non
5   voglio che si muova alcuna cosa; e se essi, i quali credono a te, uomo
    dappoco e vile, vogliono il re Francesco di Francia presentare, va-
    dano e sì gli mandino, spogliandone le proprie case, gl'ornamenti
    e ' letti delle camere loro; e se tu sei più tanto ardito che tu venghi per
    ciò a questa casa, quanto rispetto si debba dai tuoi pari avere alle
10   case de' gentiluomini, ti farò con tuo gravissimo danno conoscere».
    Queste parole adunque di madonna Margherita, moglie di Pierfran-
    cesco Borgherini e figliuola di Ruberto Acciaiuoli, nobilissimo e pru-
    dentissimo cittadino, donna nel vero valorosa e degna figliuola di
    tanto padre, col suo nobil ardire et ingegno fu cagione che ancor si
15   serbano queste gioie nelle lor case.
    Giovanmaria Benintendi, avendo quasi ne' medesimi tempi adorna
    una sua anticamera di molti quadri di mano di diversi valentuomini,
    si fece fare, dopo l'opera del Borgherini, da Iacopo Puntormo, sti-
    molato dal sentirlo infinitamente lodare, in un quadro l'Adorazione
20   de' Magi che andarono a Cristo in Betelem; nella quale opera, aven-
    do Iacopo messo molto studio e diligenza, riuscì nelle teste et in
    tutte l'altre parti varia, bella e d'ogni lode dignissima. E dopo fece a
    messer Goro da Pistoia, allora segretario de' Medici, in un quadro la
    testa del magnifico Cosimo Vecchio de' Medici, dalle ginocchia in su,
25   che è veramente lodevole; e questa è oggi nelle case di messer Otta-
    viano de' Medici, nelle mani di messer Alessandro suo figliuolo, gio-
    vane, oltre la nobiltà e chiarezza del sangue, di santissimi costumi, let-
    terato e degno figliuolo del magnifico Ottaviano e di madonna France-
    sca, figliuola di Iacopo Salviati e zia materna del signor duca Cosimo.
30   Mediante quest'opera, e particolarmente questa testa di Cosimo,
    fatto il Puntormo amico di messer Ottaviano, avendosi a dipignere
    al Poggio a Caiano la sala grande, gli furono date a dipignere le due
    teste dove sono gl'occhi che dànno lume, cioè le finestre, dalla volta
    infino al pavimento. Per che Iacopo, disiderando più del solito farsi
35   onore, sì per rispetto del luogo e sì per la concorrenza degl'altri pittori
    che vi lavoravano, si mise con tanta diligenza a studiare, che fu trop-
    pa; perciò che guastando e rifacendo oggi quello che avea fatto ieri,
    si travagliava di maniera il cervello, che era una compassione: ma
    tuttavia andava sempre facendo nuovi trovati, con onor suo e bel-
40   lezza dell'opera. Onde avendo a fare un Vertunno con i suoi agricultori,
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