Volume 5

Edizione Giuntina
    in figure piccole, veramente bellissime. Ma chi vuol veder quanto egli
    facesse di meglio nella sua vita, per considerare l'ingegno e la virtù
    di Iacopo nella vivacità delle teste, nel compartimento delle figure,
    nella varietà dell'attitudini e nella bellezza dell'invenzione, guardi
5   in questa camera del Borgherini, gentiluomo di Firenze, all'entrare
    della porta nel canto a man manca, un'istoria assai grande pur di
    figure piccole, nella quale è quando Iosef in Egitto, quasi re e prin-
    cipe, riceve Iacob suo padre, con tutti i suoi fratelli e figliuoli di esso
    Iacob, con amorevolezze incredibili; fra le quali figure ritrasse, a
10   piedi della storia, a sedere sopra certe scale Bronzino, allora fanciullo
    e suo discepolo, con una sporta, che è una figura viva e bella a mara-
    viglia. E se questa storia fusse nella sua grandezza, come è piccola,
    o in tavola grande o in muro, io ardirei di dire che non fusse possibile
    vedere altra pittura fatta con tanta grazia, perfezzione e bontà, con
15   quanta fu questa condotta da Iacopo; onde meritamente è stimata da
    tutti gl'artefici la più bella pittura che il Puntormo facesse mai. Né è
    maraviglia che il Borgherino la tenesse quanto faceva in pregio, né
    che fusse ricerco da grand'uomini di venderla per donarla a grandis-
    simi signori e principi.
20   Per l'assedio di Firenze, essendosi Pierfrancesco ritirato a Lucca,
    Giovanbattista della Palla, il quale disiderava, con altre cose che con-
    duceva in Francia, d'aver gl'ornamenti di questa camera e che si pre-
    sentassero al re Francesco a nome della Signoria, ebbe tanti favori,
    e tanto seppe fare e dire, che il Gonfalonieri et i Signori diedero
25   commessione si togliesse e si pagasse alla moglie di Pierfrancesco.
    Per che andando con Giovambattista alcuni ad essequire in ciò la
    volontà de' Signori, arivati a casa di Pierfrancesco, la moglie di
    lui, che era in casa, disse a Giovambattista la maggior villania che
    mai fusse detta ad altro uomo: «Adunque, - diss'ella - vuoi essere
30   ardito tu, Giovambattista, vilissimo rigattiere, mercatantuzzo di quat-
    tro danari, di sconficcare gl'ornamenti delle camere de' gentiluomini,
    e questa città delle sue più ricche et onorevoli cose spogliare,
    come tu hai fatto e fai tuttavia per abbellirne le contrade straniere et i
    nimici nostri? Io di te non mi maraviglio, uomo plebeo e nimico della
35   tua patria, ma dei magistrati di questa città, che ti comportano queste
    scelerità abominevoli. Questo letto, che tu vai cercando per lo tuo
    particolare interesse et ingordigia di danari, comeché tu vadia il
    tuo malanimo con finta pietà ricoprendo, è il letto delle mie nozze,
    per onor delle quali Salvi mio suocero fece tutto questo magnifico
40   e regio apparato, il quale io riverisco per memoria di lui e per amore
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