Volume 5

Edizione Giuntina
    Dipinse poi dietro all'arcivescovado di Fiorenza, nella chiesa di
    San Ruffello, in una cappella in fresco la Nostra Donna col Figliuolo
    in braccio in mezzo a San Michelagnolo e Santa Lucia e due altri
    Santi inginocchioni, e nel mezzo tondo dalla cappella un Dio Padre
5   con alcuni Serafini intorno. Essendogli poi, secondo che aveva molto
    disiderato, stato allogato da maestro Iacopo frate de' Servi a dipi-
    gnere una parte del cortile de' Servi, per esserne andato Andrea del
    Sarto in Francia e lasciato l'opera di quel cortile imperfetta, si mise
    con molto studio a fare i cartoni. Ma perciò che era male agiato di
10   roba e gli bisognava, mentre studiava per acquistarsi onore, aver da
    vivere, fece sopra la porta dello Spedale delle Donne, dietro la chiesa
    dello Spedal de' Preti, fra la piazza di San Marco e via di San Gallo,
    dirimpetto apunto al muro delle suore di Santa Caterina da Siena,
    due figure di chiaro scuro bellissime, cioè Cristo in forma di pelle-
15   grino che aspetta alcune donne ospiti per alloggiarle; la quale opera
    fu meritamente molto in que' tempi, et è ancora oggi dagl'uomini
    intendenti, lodata. In questo medesimo tempo dipinse alcuni quadri
    e storiette a olio per i maestri di Zecca nel carro della Moneta, che va
    ogni anno per S. Giovanni a processione: l'opera del qual carro fu
20   di mano di Marco del Tasso; et in sul poggio di Fiesole, sopra la
    porta della Compagnia della Cecilia, una Santa Cecilia colorita in
    fresco con alcune rose in mano, tanto bella e tanto bene in quel luogo
    accomodata, che, per quanto ell'è, è delle buone opere che si possano
    vedere in fresco.
25   Queste opere avendo veduto il già detto maestro Iacopo frate de'
    Servi, et acceso maggiormente nel suo disiderio, pensò di fargli fi-
    nire a ogni modo l'opera del detto cortile de' Servi, pensando che, a
    concorrenza degl'altri maestri che vi avevano lavorato, dovesse fare
    in quello che restava a dipignersi qualche cosa straordinariamente
30   bella. Iacopo dunque messovi mano, fece, non meno per disiderio di
    gloria e d'onore che di guadagno, la storia della Visitazione della Ma-
    donna con maniera un poco più ariosa e desta che insino allora non
    era stato suo solito: la quale cosa accrebbe, oltre all'altre infinite
    bellezze, bontà all'opera infinitamente, perciò che le donne, i putti, i
35   giovani e i vecchi sono fatti in fresco tanto morbidamente e con tanta
    unione di colorito, che è cosa maravigliosa; onde le carni d'un putto
    che siede in su certe scalee, anzi pur quelle insiememente di tutte
    l'altre figure, son tali, che non si possono in fresco far meglio né con
    più dolcezza. Per che quest'opera, appresso l'altre che Iacopo avea
40   fatto, diede certezza agl'artefici della sua perfezzione, paragonandole
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