Volume 5

Edizione Giuntina
    l'Età dell'oro resurgente e la fine di quella del ferro, della quale egli
    usciva e rinasceva per la creazione di quel Pontefice: e questo mede-
    simo significava il broncone secco, rimettente le nuove foglie, come-
    ché alcuni dicessero che la cosa del broncone alludeva a Lorenzo de'
5   Medici, che fu duca d'Urbino. Non tacerò che il putto dorato, il
    quale era ragazzo d'un fornaio, per lo disagio che patì per guada-
    gnare dieci scudi, poco appresso si morì. La canzone che si cantava
    da quella mascherata, secondo che si costuma, fu composizione del
    detto Iacopo Nardi; e la prima stanza diceva così:
10   Colui che dà le leggi alla natura,
    E i varii stati e secoli dispone,
    D'ogni bene è cagione,
    E il mal, quanto permette, al mondo dura:
    Onde, questa figura
15   Contemplando, si vede
    Come con certo piede
    L'un secol dopo l'altro al mondo viene,
    E muta il bene in male, e il male in bene.
20   Riportò dell'opere che fece in questa festa il Puntormo, oltre l'u-
    tile, tanta lode, che forse pochi giovani della sua età n'ebbero mai
    altretanta in quella città; onde, venendo poi esso papa Leone a Fio-
    renza, fu negl'apparati che si fecero molto adoperato: perciò che
    accompagnatosi con Baccio da Montelupo, scultore d'età, il quale
25   fece un arco di legname in testa della via del Palagio, dalle scalee di
    Badia, lo dipinse tutto di bellissime storie, le quali poi, per la poca dili-
    genza di chi n'ebbe cura, andarono male; solo ne rimase una, nella
    qual Pallade accorda uno strumento in sulla lira d'Apollo con bel-
    lissima grazia: dalla quale storia si può giudicare di quanta bontà
30   e perfezzione fussero l'altre opere e figure. Avendo nel medesimo
    apparato avuto cura Ridolfo Ghirlandaio di acconciare e d'abbellire
    la sala del Papa, che è congiunta al convento di Santa Maria Novella
    ed è antica residenza de' Pontefici in quella città, stretto dal
    tempo, fu forzato a servirsi in alcune cose dell'altrui opera. Per che,
35   avendo l'altre stanze tutte adornate, diede cura a Iacopo Puntormo
    di fare nella cappella, dove aveva ogni mattina a udir messa Sua
    Santità, alcune pitture in fresco. Laonde mettendo mano Iacopo al-
    l'opera, vi fece un Dio Padre con molti putti, et una Veronica che
    nel sudario aveva l'effigie di Gesù Cristo; la quale opera, da Iacopo
40   fatta in tanta strettezza di tempo, gli fu molto lodata.
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