Volume 5

Edizione Giuntina
    che non ne veggio punto. Ma guardi Vostra Eccellenza a quel
    che io dipingo e non a come io vesto». Non rispose altro il signor
    Duca, ma di lì a pochi giorni gli fece fare una cappa di panno finis-
    simo, e cucire e rimendare i pezzi in modo che non si vedeva né ritto
5   né rovescio, et il collare da capo era lavorato di passamani nel me-
    desimo modo dentro che di fuori, e così il fornimento che aveva in-
    torno; e quella finita, la mandò per uno staffieri a Cristofano, impo-
    nendo che gliele desse da sua parte. Avendo dunque una mattina a
    buon'ora ricevuta costui la cappa, senza entrare in altre cirimonie,
10   provata che se la fu, disse allo staffieri: «Il Duca ha ingegno, digli che
    la sta bene». E perché era Cristofano della persona sua trascurato e
    non aveva alcuna cosa più in odio che avere a mettersi panni nuovi o
    andare troppo stringato e stretto, il Vasari, che conosceva quell'umo-
    re, quando conoscea che egli aveva d'alcuna sorte di panni bisogno,
15   glieli facea fare di nascoso e poi una mattina di buon'ora porglieli
    in camera e levare i vecchi: e così era forzato Cristofano a vestirsi
    quelli che vi trovava. Ma era un sollazzo maraviglioso starlo a udire
    mentre era in còllora e si vestiva i panni nuovi: «Guarda, - diceva
    egli - che assassinamenti son questi: non si può in questo mondo
20   vivere a suo modo. Può fare il diavolo che questi nimici delle commo-
    dità si dieno tanti pensieri?». Una mattina fra l'altre, essendosi mes-
    so un paio di calze bianche, Domenico Benci pittore, che lavorava
    anch'egli in palazzo col Vasari, fece tanto che in compagnia d'altri
    giovani menò Cristofano con esso seco alla Madonna dell'Impru-
25   neta; e così avendo tutto il giorno caminato, saltato e fatto buon tem-
    po, se ne tornarono la sera dopo cena; onde Cristofano, che era
    stracco, se n'andò sùbito per dormire in camera: ma essendosi messo
    a trarsi le calze, fra perché erano nuove et egli era sudato, non fu mai
    possibile che se ne cavasse se non una; per che, andato la sera il
30   Vasari a vedere come stava, trovò che s'era adormentato con una gam-
    ba calzata e l'altra scalza; onde fece tanto, che tenendogli un servi-
    dore la gamba e l'altro tirando la calza, pur gliela trassero, mentre
    che egli maladiva i panni, Giorgio, e chi trovò certe usanze che ten-
    gono - diceva egli - gl'uomini schiavi in catena. Che più? egli gri-
35   dava che voleva andarsi con Dio e per ogni modo tornarsene
    a S. Giustino, dove era lasciato vivere a suo modo e dove non avea
    tante servitù. E fu una passione racconsolarlo. Piacevagli il ragionar
    poco et amava che altri in favellando fusse breve: intantoché, non
    che altro, arebbe voluto i nomi proprii degl'uomini brevissimi, come
40   quello d'uno schiavo che aveva messer Sforza, il quale si chiamava
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