Volume 5

Edizione Giuntina
    accesa e sopra un carro tirato da due serpenti, condusse molte cose
    a fine Cristofano di sua mano, per essere in quel tempo il Vasari
    amalato et aver lasciato fra l'altre cose quel quadro imperfetto. Final-
    mente venendosi a fare un terrazzo, che è dopo la camera di Giove et
5   allato a quella di Opi, si ordinò di farvi tutte le cose di Giunone;
    e così fornito tutto l'ornamento di stucchi con ricchissimi intagli
    e varii componimenti di figure, fatti secondo i cartoni del Vasari,
    ordinò esso Vasari che Cristofano condu[ce]sse da sé solo in fresco
    quell'opera, disiderando, per esser cosa che aveva a vedersi da presso
10   e di figure non più grandi che un braccio, che facesse qualche cosa di
    bello in quello che era sua propria professione. Condusse dunque
    Cristofano in un ovato della volta uno sposalizio con Iunone in aria,
    e dall'uno de' lati in un quadro Ebe, dea della gioventù, e nell'altro
    Iride, la quale mostra in cielo l'arco celeste. Nella medesima volta
15   fece tre altri quadri, due per riscontro, et un altro maggiore alla di-
    rittura dell'ovato dove è lo sposalizio, nel quale è Giunone sopra il
    carro a sedere tirato dai pavoni. In uno degl'altri due, che mettono
    in mezzo questo, è la dea della Potestà, e nell'altro l'Abondanza col
    corno della copia a' piedi. Sotto sono, nelle facce in due quadri, so-
20   pra l'entrare di due porte, due altre storie di Giunone: quando con-
    verte la figliuola d'Inaco fiume in vacca, e Calisto in orsa.
    Nel fare della quale opera pose Sua Eccellenza grandissima affez-
    zione a Cristofano, veggendolo diligente e sollecito oltre modo a
    lavorare, perciò che non era la mattina a fatica giorno, che
25   Cristofano era comparso in sul lavoro, del quale avea tanta cura e
    tanto gli dilettava, che molte volte non si forniva di vestire per andar
    via: e talvolta, anzi spesso, avvenne che si mise per la fretta un paio
    di scarpe (le quali tutte teneva sotto il letto) che non erano compagne,
    ma di due ragioni, et il più delle volte aveva la cappa a rovescio e la
30   caperuccia dentro. Onde una mattina comparendo a buon'ora in
    sull'opera, dove il signor Duca e la signora Duchessa si stavano guar-
    dando et apparecchiandosi d'andare a caccia, mentre le dame e gli
    altri si mettevano a ordine, s'avvidero che Cristofano al suo solito ave-
    va la cappa a rovescio et il capuccio di dentro; per che ridendo am-
35   bidue, disse il Duca: «Cristofano, che vuol dir questo portar sempre
    la cappa a rovescio?». Rispose Cristofano: «Signore, io nol so, ma
    voglio un dì trovare una foggia di cappe che non abbino né diritto
    né rovescio e siano da ogni banda a un modo, perché non mi ba-
    sta l'animo di portarla altrimenti, vestendomi et uscendo di casa
40   la mattina le più volte al buio, senzaché io ho un occhio in modo impedito,
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