Volume 5

Edizione Giuntina
    M. «Oh questi - dicea Cristofano - son be' nomi, e non Giovan
    Francesco e Giovan Antonio, che si pena un'ora a pronunziarli!». E
    perché era grazioso di natura e diceva queste cose in quel suo lin-
    guaggio borghese, arebbe fatto ridere il pianto. Si dilettava d'andare
5   il dì delle feste dove si vendevono leggende e pitture stampate, e ivi
    si stava tutto il giorno; e se ne comperava alcuna, mentre andava l'al-
    tre guardando, le più volte le lasciava in qualche luogo dove si fusse
    appoggiato. Non volle mai, se non forzato, andare a cavallo, ancor-
    ché fusse nato nella sua patria nobilmente e fusse assai ricco. Final-
10   mente essendo morto Borgognone suo fratello e dovendo egli andare
    al Borgo, il Vasari, che aveva riscosso molti danari delle sue provi-
    sioni e serbatigli, gli disse: «Io ho tanti danari di vostro: è bene che
    gli portiate con esso voi per servirvene ne' vostri bisogni». Rispose
    Cristofano: «Io non vo' danari, pigliategli per voi, che a me basta
15   aver grazia di starvi appresso e di vivere e morire con esso voi». «Io
    non uso - replicò il Vasari - servirmi delle fatiche d'altri; se non gli
    volete, gli manderò a Guido vostro padre». «Cotesto non fate voi,
    disse Cristofano - perciò che gli manderebbe male, come è il solito
    suo». In ultimo avendogli presi, se n'andò al Borgo indisposto e con
20   mala contentez[z]a d'animo; dove giunto, il dolore della morte del
    fratello, il quale amava infinitamente, et una crudele scolatura di rene,
    in pochi giorni, avuti tutti i Sacramenti della Chiesa, si morì, aven-
    do dispensato a' suoi di casa et a molti poveri que' danari che aveva
    portato, affermando poco anzi la morte che ella per altro non gli dole-
25   va se non perché lasciava il Vasari in troppo grandi impacci e fatiche,
    quanti erano quelli a che aveva messo mano nel palazzo del Duca.
    Non molto dopo, avendo Sua Eccellenza intesa la morte di Cri-
    stofano, e certo con dispiacere, fece fare in marmo la testa di lui, e
    con l'infrascritto epitaffio la mandò da Fiorenza al Borgo, dove fu
30   posta in San Francesco:
    D. O. M.
    CHRISTOPHORO GHERARDO BURGENSI PINGENDI
    ARTE PRESTANTISS.
    QUOD GEORGIUS VASARIUS ARETINUS HUIUS
35   ARTIS FACILE PRINCEPS IN EXORNANDO
    COSMI FLORENTIN. DUCIS PALATIO
    ILLIUS OPERAM QUAM MAXIME
    PROBAVERIT
    PICTORES HETRUSCI POSUERE
40   OBIIT A. D. M. D. LVI. VIXIT AN. LVI. M. III. D. VI.
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