Volume 5

Edizione Giuntina
    variati del Testamento Vecchio, i quali fecero nelle lunette
    fra i peducci delle volte. Anzi, per meglio dire, fu quasi tutta questa
    opera di mano di Cristofano, non avendovi fatto il Vasari che certi
    schizzi, disegnato alcune cose sopra la calcina e poi ritocco talvolta
5   alcuni luoghi, secondo che bisognava.
    Fornita quest'opera, che non è se non grande, lodevole e molto ben
    condotta per la molta varietà delle cose che vi sono, se ne tornarono
    amendue a Fiorenza del mese di gennaio, l'anno 1555; dove messo
    mano a dipignere la sala degl'Elementi, mentre il Vasari dipigneva
10   i quadri del palco, Cristofano fece alcune imprese che rilegano i fregi
    delle travi per lo ritto, nelle quali sono teste di capricorno e
    testuggini con la vela, imprese di Sua Eccellenza. Ma quello in che
    si mostrò costui maraviglioso furono alcuni festoni di frutte, che so-
    no nella fregiatura della trave dalla parte di sotto, i quali sono tanto
15   belli, che non si può veder cosa meglio colorita né più naturale, es-
    sendo massimamente tramezzati da certe maschere che tengono in
    bocca le legature di essi festoni, delle quali non si possono vederne
    le più varie né le più bizzarre: nella qual maniera di lavori si può dire
    che fusse Cristofano superiore a qualunche altro n'ha fatto maggiore
20   e particulare professione. Ciò fatto, dipinse nelle facciate, ma con i
    cartoni del Vasari, dove è il nascimento di Venere, alcune figure
    grandi, et in un paese molte figurine piccole, che furono molto ben
    condotte. Similmente nella facciata dove gl'Amori, piccioli fanciul-
    letti, fabbricano le saette a Cupido, fece i tre Ciclopi che battano i
25   fulmini per Giove; e sopra sei porte condusse a fresco sei ovati grandi
    con ornamenti di chiaro scuro, e dentro storie di bronzo, che fu-
    rono bellissimi; e nella medesima sala colorì un Mercurio et un
    Plutone fra le finestre, che sono partimenti bellissimi. Lavorandosi
    poi a canto a questa sala la camera della dea Opi, fece nel palco in
30   fresco le quattro Stagioni, et oltre alle figure alcuni festoni che per la
    loro varietà e bellezza furono maravigliosi; con ciò sia che come erano
    quelli della Primavera pieni di mille sorti fiori, così quelli della State
    erano fatti con una infinità di frutti e biade, quelli dell'Autunno era-
    no d'uve e pampani, e quei del Verno di cipolle, rape, radici, carote,
35   pastinache e foglie secche; senzaché egli colorì a olio nel quadro di
    mezzo, dove è il carro d'Opi, 4 leoni che lo tirano, tanto belli, che
    non si può far meglio: et in vero nel fare animali non aveva paragone
    Nella camera poi di Cerere, che è a lato a questa, fece in certi angoli
    alcuni putti e festoni belli affatto; e nel quadro del mezzo, dove il
40   Vasari aveva fatto Cerere cercante Proserpina con una face di pino
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