Volume 5

Edizione Giuntina
    contemplativa. L'ultima storia, la quale anch'essa è in mezzo a due
    nicchie e chiude il fine di tutta l'invenzione, è la Morte, la quale
    sopra un caval secco e con la falce in mano, avendo seco la Guerra,
    la Peste e la Fame, corre addosso ad ogni sorte di gente. In una nic-
5   chia è lo dio Plutone, et a basso Cerbere cane infernale; e nell'altra
    è una figura grande che resuscita, il dì novissimo, d'un sepolcro. Do-
    po le quali tutte cose fece Cristofano, sopra i frontespizzii delle fi-
    nestre inginocchiate, alcuni ignudi che tengono l'imprese di Sua Ec-
    cellenza, e sopra la porta un'arme ducale, le cui sei palle sono soste-
10   nute da certi putti ignudi, che volando s'intrecciano per aria. E per
    ultimo nei basamenti da basso, sotto tutte le storie, fece il medesimo
    Cristofano l'impresa di esso messer Sforza, cioè alcune aguglie overo
    piramidi triangolari che posano sopra tre palle, con un motto intorno
    che dice: INMOBILIS. La quale opera finita, fu infinitamente lodata da
15   Sua Eccellenza e da esso messer Sforza, il quale, come gentilissimo e
    cortese, voleva con un donativo d'importanza ristorare la virtù e fa-
    tica di Cristofano; ma egli nol sostenne, contentandosi e bastandogli
    la grazia di quel signore, che sempre l'amò quanto più non saprei
    dire.
20   Mentre che quest'opera si fece, il Vasari, sì come sempre avea
    fatto per l'adietro, tenne con esso seco Cristofano in casa del signor
    Bernardetto de' Medici, al quale, perciò che vedeva quanto si dilet-
    tava della pittura, fece esso Cristofano in un canto del giardino due
    storie di chiaro scuro: l'una fu il rapimento di Proserpina e l'altra
25   Vertunno e Pomona dèi dell'agricoltura; et oltre ciò fece in quest'o-
    pera Cristofano alcuni ornamenti di termini e putti tanto belli e va-
    rii, che non si può veder meglio.
    Intanto essendosi dato ordine in palazzo di cominciare a dipignere,
    la prima cosa a che si mise mano fu una sala delle stanze nuove, la
30   quale essendo larga braccia venti e non avendo di sfogo, secondo che
    l'aveva fatta il Tasso, più di nove braccia, con bella invenzione fu
    alzata tre, cioè insino a dodici in tutto, dal Vasari senza muovere il
    tetto, che era la metà a padiglione. Ma perché in ciò fare, prima che si
    potesse dipignere, andava molto tempo in rifare i palchi et altri la-
35   vori di quella e d'altre stanze, ebbe licenza esso Vasari d'andare a
    starsi in Arezzo due mesi insieme con Cristofano. Ma non gli venne
    fatto di potere in detto tempo riposarsi, con ciò sia che non poté
    mancare di non andare in detto tempo a Cortona, dove nella Com-
    pagnia del Gesù dipinse la volta e le facciate in fresco insieme con
40   Cristofano, che si portò molto bene, e massimamente in dodici sacrificii
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