Volume 5

Edizione Giuntina
    fine dell'opera un paio di calze di scarlatto. Per che gareggiando
    amorevolmente costoro per l'utile e per l'onore, si misero dalle cose
    grande a ritrarre insino alle minutissime, come migli, panichi, cioc-
    che di finocchio et altre simili, di maniera che furono que' festoni
5   bellissimi et ambidue ebbero il premio delle calze di scarlatto dal Va-
    sari; il quale si affaticò molto perché Cristofano facesse da sé parte
    d'i disegni delle storie che andarono nel fregio: ma egli non volle mai.
    Onde, mentre che Giorgio gli faceva da sé, condusse i casamenti di
    due tavole con grazia e bella maniera a tanta perfezzione, che un
10   maestro di gran iudizio, ancorché avesse avuto i cartoni innanzi, non
    arebbe fatto quello che fece Cristofano: e di vero, non fu mai pittore
    che facesse da sé e senza studio le cose che a costui venivano fatte.
    Avendo poi finito di tirare innanzi i casamenti delle due tavole,
    mentre che il Vasari conduceva a fine le venti storie dell'Apocalisse
15   per lo detto fregio, Cristofano nella tavola dove San Gregorio (la cui
    testa è il ritratto di papa Clemente VII) mangia con que' dodici
    poveri, fece Cristofano tutto l'apparecchio del mangiare molto viva-
    mente e naturalissimo. Essendosi poi messo mano alla terza tavola,
    mentre Stefano facea mettere d'oro l'ornamento dell'altre due, si fece
20   sopra due capre di legno un ponte, in sul quale, mentre il Vasari
    lavorava da una banda in un sole i tre Angeli che apparvero ad
    Abraam nella valle Mambre, faceva dall'altra banda Cristofano certi
    casamenti. Ma perché egli faceva sempre qualche trabiccola di pre-
    delle, deschi, e talvolta di catinelle a rovescio e pentole, so-
25   pra le quali saliva, come uomo a caso che egli era, avvenne che, vo-
    lendo una volta discostarsi per vedere quello che avea fatto, che
    mancatogli sotto un piede et andate sottosopra le trabiccole, cascò
    d'alto cinque braccia, e si pestò in modo che bisognò trargli sangue e
    curarlo dadovero, altrimenti si sarebbe morto; e che fu peggio, es-
30   sendo egli un uomo così fatto e trascurato, se gli sciolsero una notte
    le fasce del braccio per lo quale si era tratto sangue, con tanto suo
    pericolo che, se di ciò non s'accorgeva Stefano che era a dormire
    seco, era spacciato; e con tutto ciò si ebbe che fare a rinvenirlo, aven-
    do fatto un lago di sangue nel letto, e sé stesso condotto quasi al-
35   l'estremo. Il Vasari dunque, presone particulare cura come se gli fus-
    se stato fratello, lo fece curare con estrema diligenza, e nel vero non
    bisognava meno; e con tutto ciò non fu prima guarito che fu finita del
    tutto quell'opera. Per che tornato Cristofano a San Giustino, finì al-
    cuna delle stanze di quell'abate lasciate imperfette; e dopo fece a
40   Città di Castello una tavola, che era stata allogata a Battista suo amicissimo,
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