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loro mille commodità e cortesie; per che andando alcuna volta co- |
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storo in compagnia di lui per Bologna assai dimesticamente, et avendo |
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Cristofano una gran maglia in un occhio e Battista gl'occhi grossi, era- |
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no così loro creduti ebrei, come era Dattero veramente; onde avendo |
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una mattina un calzaiuolo a portare di commessione del detto ebreo |
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un paio di calze nuove a Cristofano, giunto al monasterio, disse a |
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esso Cristofano, il quale si stava alla porta a vedere far le limosine: |
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«Messere, sapresti voi insegnare le stanze di que' due ebrei dipintori |
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che qua entro lavorano?». «Che ebrei e non ebrei, - disse Cristo- |
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fano - che hai da fare con esso loro?». «Ho a dare - rispose colui |
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queste calze a uno di loro chiamato Cristofano». «Io sono uomo da |
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bene e migliore cristiano che non sei tu». «Sia come volete |
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voi, - replicò il calzaiuolo - io diceva così perciò che, oltre che voi |
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sete tenuti e conosciuti per ebrei da ognuno, queste vostre arie, che |
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non sono del paese, mel raffermavano». «Non più, - disse Cristo- |
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fano - ti parrà che noi facciamo opere da cristiani». Ma per tornare |
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all'opera, arrivato il Vasari in Bologna, non passò un mese che egli |
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disegnando e Cristofano e Battista abbozzando le tavole con i colori, |
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elle furono tutte a tre fornite d'abbozzare con molta lode di Cristo- |
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fano, che in ciò si portò benissimo. Finite di abbozzare le tavole, |
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si mise mano al fregio, il quale, se bene doveva tutto da sé lavorare |
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Cristofano, ebbe compagnia; perciò che venuto da Camaldoli a Bo- |
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logna Stefano Veltroni dal Monte San Savino, cugino del Vasari, che |
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avea abbozzata la tavola del Deposto, fecero ambidue quell'opera |
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insieme, e tanto bene che riuscì maravigliosa. |
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Lavorava Cristofano le grottesche tanto bene, che non si poteva |
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veder meglio, ma non dava loro una certa fine che avesse perfezzione; |
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e per contrario Stefano mancava d'una certa finezza e grazia, perciò |
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che le pennellate non facevano a un tratto restare le cose ai luoghi |
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loro; onde, perché era molto paziente, se ben durava più fatica, con- |
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duceva finalmente le sue grottesche con più diligenza e finezza. Lavo- |
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rando dunque costoro a concorrenza l'opera di questo fregio, tanto |
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faticarono l'uno e l'altro, che Cristofano imparò a finire da Stefano, |
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e Stefano imparò da lui a essere più fiero e lavorare da maestro. Met- |
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tendosi poi mano ai festoni grossi che andavano a mazzi intorno alle |
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finestre, il Vasari ne fece uno di sua mano, tenendo innanzi frutte na- |
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turali per ritrarle dal vivo; e ciò fatto, ordinò che tenendo il mede- |
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simo modo Cristofano e Stefano seguitassono il rimanente, uno da |
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una banda e l'altro dall'altra della finestra; e così a una a una l'andas- |
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sono finendo tutte, promettendo a chi di loro meglio si portasse nel |