Volume 5

Edizione Giuntina
    facciata; e sùbito fu dato principio a fare una parte delle statue che
    vi andavano. Conobbe Baccio che 'l Duca non voleva servirsi più di
    lui, poi che adoperava altri: di che egli avendo grande dispiacere e
    dolore, era diventato sì strano e fastidioso, che né in casa né fuora non
5   poteva alcuno conversare con lui, et a Clemente suo figliuolo usava
    molte stranezze e lo faceva patire d'ogni cosa. Per questo Clemente,
    avendo fatto di terra una testa grande di Sua Eccellenza per farla di
    marmo per la statua dell'Udienza, chiese licenza al Duca di partirsi per
    andare a Roma per le stranezze del padre. Il Duca disse che non gli
10   mancherebbe. Baccio nella partita di Clemente, che gli chiese licenza,
    non gli volle dar nulla, benché gli fusse in Firenze di grande aiuto, ché
    era quel giovane le braccia di Baccio in ogni bisogno: nondimeno non
    si curò che si gli levasse dinanzi. Arrivato il giovane a Roma contro a
    tempo, sì per gli studî e sì pe' disordini, il medesimo anno si morì, la-
15   sciando in Firenze di suo quasi finita una testa del duca Cosimo di
    marmo, la quale Baccio poi pose sopra la porta principale di casa
    sua nella via de' Ginori, et è bellissima. Lasciò ancora Clemente
    molto innanzi un Cristo morto che è retto da Niccodemo, il quale
    Niccodemo è Baccio ritratto di naturale; le quali statue, che sono
20   assai buone, Baccio pose nella chiesa de' Servi, come al suo luogo di-
    remo. Fu di grandissima perdita la morte di Clemente a Baccio et
    all'arte, et egli lo conobbe poi che fu morto.
    Scoperse Baccio l'altare di Santa Maria del Fiore, e la statua di
    Dio Padre fu biasimata: l'altare s'è restato con quello che s'è racconto
25   di sopra, né vi si è fatto poi altro, ma s'è atteso a seguitare il coro. Erasi
    molti anni innanzi cavato a Carrara un gran pezzo di marmo alto
    braccia dieci e mezzo e largo braccia cinque, del quale avuto Baccio
    l'avviso, cavalcò a Carrara, e dette al padrone di chi egli era scudi
    cinquanta per arra, e fattone contratto tornò a Firenze; e fu tanto in-
30   torno al Duca, che per mezzo della Duchessa ottenne di farne un gi-
    gante, il quale dovesse mettersi in piazza sul canto dove era il lione;
    nel quale luogo si facesse una gran fonte che gittasse acqua, nel
    mezzo della quale fusse Nettunno sopra il suo carro tirato da cavagli
    marini, e dovesse cavarsi questa figura di questo marmo. Di questa
35   figura fece Baccio più d'uno modello, e mostratigli a Sua Eccellenza,
    stettesi la cosa senza fare altro fino all'anno 1559, nel quale tempo il
    padrone del marmo venuto da Carrara, chiedeva d'essere pa-
    gato del restante, o che renderebbe gli scudi 50 per romperlo in più
    pezzi e farne danari, perché aveva molte chieste. Fu ordinato dal
40   Duca a Giorgio Vasari che facesse pagare il marmo. Il che intesosi
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