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dicesse all'altro ciò che egli voleva dinanzi a lui, ma fuora non |
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se ne tenesse conto. Questa gara, o più tosto nimicizia, fu cagione |
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che Baccio sollecitò lo Dio Padre; ma non aveva egli già dal Duca |
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que' favori che prima soleva, ma s'aiutava per ciò corteggiando e ser- |
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vendo la Duchessa. Un giorno fra gli altri, mordendosi al solito e |
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scoprendo molte cose de' fatti loro, Benvenuto, guardando e minac- |
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ciando Baccio, disse: «Provvediti, Baccio, d'un altro mondo, ché di |
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questo ti voglio cavare io». Rispose Baccio: «Fa' che io lo sappia |
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un dì innanzi, sì ch'io mi confessi e faccia testamento e non muoia |
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come una bestia, come sei tu». Per la qual cosa il Duca, perché |
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molti mesi ebbe preso spasso del fatto loro, gli pose silenzio, temendo |
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di qualche mal fine, e fece far loro un ritratto grande della sua testa |
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fino alla cintura, che l'uno e l'altro si gettassi di bronzo, acciò che |
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chi facesse meglio avesse l'onore. In questi travagli et emulazioni |
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finì Baccio il suo Dio Padre, il quale ordinò che si mettesse in chiesa |
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sopra la basa a canto all'altare. Questa figura era vestita, et è braccia |
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sei alta, e la murò e finì del tutto. Ma per non la lasciare scompagnata, |
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fatto venire da Roma Vicenzio de' Rossi scultore suo creato, volendo |
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nell'altare tutto quello che mancava di marmo farlo di terra, si fece |
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aiutare da Vincenzio a finire i due Angeli che tengono i candellieri in |
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su' canti, e la maggior parte delle storie della predella e basamento. |
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Messo dipoi ogni cosa sopra l'altare, acciò si vedesse come aveva a |
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stare il fine del suo lavoro, si sforzava che 'l Duca lo venisse a vedere |
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innanzi che egli lo scoprisse. Ma il Duca non volle mai andare, et |
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essendone pregato dalla Duchessa, la quale in ciò favoriva Baccio, |
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non si lasciò però mai piegare il Duca, e non andò a vederlo, |
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adirato perché di tanti lavori Baccio non aveva mai finitone alcuno, |
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et egli pure l'aveva fatto ricco e gli aveva, con odio de' cittadini, fatto |
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molte grazie et onoratolo molto. Con tutto questo andava Sua Ec- |
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cellenza pensando d'aiutare Clemente, figliuolo naturale di Baccio |
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e giovane valente, il quale aveva acquistato assai nel disegno, perché |
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e' dovesse toccare a lui col tempo a finire l'opere del padre. |
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In questo medesimo tempo, che fu l'anno 1554, venne da Roma, |
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dove serviva papa Giulio Terzo, Giorgio Vasari aretino per servire |
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Sua Eccellenza in molte cose che l'aveva in animo di fare, e parti- |
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cularmente innovare di fabbriche et ornare il Palazzo di piazza e |
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fare la sala grande, come s'è dipoi veduto. Giorgio Vasari dipoi l'anno |
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seguente condusse da Roma, et acconciò col Duca, Bartolommeo |
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Ammannati scultore per fare l'altra facciata dirimpetto all'Udienza, |
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cominciata da Baccio in detta sala, et una fonte nel mezzo di detta |