Volume 5

Edizione Giuntina
    condotto assai innanzi e fatto mezzo ignudo a uso di Giove, quando
    non piacendo al Duca, et a Baccio parendo ancora che egli avesse
    qualche difetto, lo lasciò così come s'era, e così ancora si truova nel-
    l'Opera.
5   Non si curava del dire delle genti, ma attendeva a farsi ricco et a
    comprare possessioni. Nel poggio di Fiesole comperò un bellissimo
    podere chiamato lo Spinello, e nel piano sopra San Salvi, sul fiume
    d'Affrico, un altro con bellissimo casamento chiamato il Cantone, e
    nella via de' Ginori una gran casa, la quale il Duca con danari e favori
10   gli fece avere. Ma Baccio avendo acconcio lo stato suo, poco si curava
    oramai di far e d'affaticarsi; et essendo la sepoltura del signor Gio-
    vanni imperfetta, e l'Udienza della sala cominciata, et il coro e l'al-
    tare addietro, poco si curava del dire altrui e del biasimo che per ciò
    gli fusse dato. Ma pure avendo murato l'altare e posto l'im-
15   basamento di marmo dove doveva stare la statua di Dio Padre, aven-
    done fatto un modello, finalmente la cominciò, e tenendovi scarpel-
    lini andava lentamente seguitando.
    Venne in que' giorni di Francia Benvenuto Cellini, il quale aveva
    servito il re Francesco nelle cose dell'orefice, di che egli era ne' suoi
20   tempi il più famoso, e nel getto di bronzo aveva a quel re fatto alcune
    cose; et egli fu introdotto al duca Cosimo, il quale desiderando d'or-
    nare la città, fece a lui ancora molte carezze e favori. Dettegli a fare
    una statua di bronzo di cinque braccia incirca di uno Perseo ignudo,
    il quale posava sopra una femmina ignuda fatta per Medusa, alla qua-
25   le aveva tagliato la testa, per porlo sotto uno degli archi della loggia
    di piazza. Benvenuto, mentre che faceva il Perseo, ancora dell'altre
    cose faceva al Duca. Ma come avviene che il figulo sempre invidia
    e noia il figulo, e lo scultore l'altro scultore, non potette Baccio
    sopportare i favori varii fatti a Benvenuto. Parevagli ancora strana
30   cosa che egli fusse così in un tratto di orefice riuscito scultore, né
    gli capiva nell'animo che egli, che soleva fare medaglie e figure pic-
    cole, potesse condur colossi ora e giganti. Né potette il suo animo
    occultare Baccio, ma lo scoperse del tutto e trovò chi gli rispose;
    perché dicendo Baccio a Benvenuto, in presenza del Duca, molte pa-
35   role delle sue mordaci, Benvenuto, che non era manco fiero di lui,
    voleva che la cosa andasse del pari; e spesso ragionando delle cose
    dell'arte e delle loro proprie, notando i difetti di quelle, si dicevano
    l'uno all'altro parole vituperosissime in presenza del Duca; il quale,
    perché ne pigliava piacere, conoscendo ne' lor detti mordaci ingegno
40   veramente et acutezza, gli aveva dato campo franco e licenza che ciascuno
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