Volume 5

Edizione Giuntina
    l'esperienza. Imperò tutta questa opera s'andò per ispazio di molti
    anni lavorando e murando poco più che la metà; e Baccio finì e
    messe nelle nicchie minori la statua del signor Giovanni e quella del
    duca Alessandro, nella facciata dinanzi amendue; e nella nicchia
5   maggiore, sopra un basamento di mattoni, la statua di papa Cle-
    mente; e tirò al fine ancora la statua del duca Cosimo, dove egli s'af-
    faticò assai sopra la testa: ma con tutto ciò il Duca e gli
    uomini di corte dicevano che ella non lo somigliava punto. Onde
    avendone Baccio già prima fatto una di marmo, la quale è oggi nel
10   medesimo palazzo nelle camere di sopra, e fu la migliore testa che
    facesse mai, e stette benissimo, egli difendeva e ricuopriva l'errore
    e la cattività della presente testa con la bontà della passata. Ma sen-
    tendo da ognuno biasimare quella testa, un giorno in còllora la spiccò,
    con animo di farne un'altra e commetterla nel luogo di quella; ma
15   non la fece poi altrimenti. Et aveva Baccio per costume, nelle statue
    ch'e' faceva, di mettere de' pezzi piccoli e grandi di marmo, non gli
    dando noia il fare ciò e ridendosene: il che egli fece nell'Orfeo a una
    delle teste di Cerbero; et a San Piero, che è in Santa Maria del Fiore,
    rimesse un pezzo di panno; nel gigante di piazza, come si vede, ri-
20   messe a Cacco et appiccò due pezzi, cioè una spalla et una gamba;
    et in molti altri suoi lavori fece il medesimo, tenendo cotali modi i
    quali sogliono grandemente dannare gli scultori. Finite queste statue,
    messe mano alla statua di papa Leone per questa opera, e la tirò forte
    innanzi. Vedendo poi Baccio che questa opera riusciva lunga, e che
25   e' non era per condursi oramai al fine di quel suo primo disegno per
    le facciate attorno attorno al palazzo, e che e' s'era speso gran som-
    ma di danari e passato molto tempo, e che quella opera con tutto ciò
    non era mezza finita e piaceva poco all'universale, andò pensando
    nuova fantasia et andava provando di levare il Duca dal pensiero del
30   palazzo, parendogli che Sua Eccellenza ancora fusse di questa opera
    infastidita.
    Avendo egli addunque nell'Opera di Santa Maria del Fiore, che
    la comandava, fatto nimicizia co' provveditori e con tutti gli scarpel-
    lini, e poiché tutte le statue che andavan nell'Udienza erano, a suo
35   modo, quali finite e poste in opera e quali abbozzate, e lo ornamento
    murato in gran parte, per occultare molti difetti che v'erano, et a
    poco a poco abbandonare quell'opera, messe innanzi Baccio al Duca
    che l'opera di Santa Maria del Fiore gittava via i danari né faceva
    più cosa di momento. Onde disse avere pensato che Sua Eccellenza
40   farebbe bene a far voltare tutte quelle spese dell'Opera inutili a fare
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