Volume 5

Edizione Giuntina
    sepolture. Mentre addunque che erano a tavola, giunse il Solosmeo
    scultore, persona ardita e piacevole e che diceva male d'ognuno
    volentieri, et era poco amico di Baccio. Fu fatto l'imbasciata a que'
    signori che il Solosmeo chiedeva d'entrare; Ridolfi disse che gli si
5   aprisse, e volto a Baccio: «Io voglio - disse - che noi sentiamo ciò
    che dice il Solosmeo dell'allogagione di queste sepolture; alza, Bac-
    cio, quella portiera e stavvi sotto». Sùbito ubbidì Baccio, et arrivato
    il Solosmeo e fattogli dare da bere, entrorono dipoi nelle sepolture
    allogate a Baccio; dove il Solosmeo, riprendendo i cardinali che male
10   l'avevano allogate, seguitò dicendo ogni male di Baccio, tassandolo
    d'ignoranza nell'arte e d'avarizia e d'arroganza, et a molti parti-
    culari venendo de' biasimi suoi. Non poté Baccio, che stava nascosto
    dietro alla portiera, sofferir tanto che 'l Solosmeo finisse, et uscito
    fuori in còllora e con mal viso, disse al Solosmeo: «Che t'ho io fatto,
15   che tu parli di me con sì poco rispetto?». Ammutolì all'apparire
    di Baccio il Solosmeo, e volto a Ridolfi disse: «Che baie son queste,
    monsignore? Io non voglio più pratica di preti», et andossi con Dio.
    Ma i cardinali ebbero da ridere assai dell'uno e dell'altro, dove Sal-
    viati disse a Baccio: «Tu senti il giudicio degli uomini dell'arte;
20   fa' tu con l'operar tuo sì che tu gli faccia dire le bugie». Cominciò
    poi Baccio l'opera delle statue e delle storie, ma già non riuscirono i
    fatti secondo le promesse e l'obbligo suo con que' Papi, perché nelle
    figure e nelle storie usò poca diligenza, e mal finite le lasciò e con
    molti difetti, sollecitando più il riscuotere l'argento che il lavorare
25   il marmo. Ma poiché que' signori s'avveddono del procedere di Bac-
    cio, pentendosi di quel che avevano fatto, essendo rimasti due pezzi
    di marmi maggiori delle due statue che mancavano a farsi, una di
    Leone a sedere e l'altra di Clemente, pregandolo che si portasse
    meglio, ordinorono che le finisse; ma avendo Baccio levata già tutta
30   la somma de' danari, fece pratica con messer Giovambatista da Rica-
    soli vescovo di Cortona, il quale era in Roma per negozii del duca
    Cosimo, di partirsi di Roma per andare a Firenze a servire il duca
    Cosimo nelle fonte di Castello sua villa e nella sepoltura del signor
    Giovanni suo padre. Il Duca avendo risposto che Baccio venisse,
35   egli se n'andò a Firenze, lasciando senza dir altro l'opera delle se-
    polture imperfetta e le statue in mano di due garzoni. I cardinali ve-
    dendo questo, feciono allogagione di quelle due statue de' Papi che
    erano rimaste a due scultori: l'uno fu Raffaello da Montelupo, che
    ebbe la statua di papa Leone, l'altro Giovanni di Baccio, al quale
40   fu data la statua di Clemente. Dato dipoi ordine che si murasse
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