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bene e che e' mi piacciono per farvi piacere». «Non vo' ch' e' ti |
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piacciano, - disse Baccio - e di' pur male ancora tu, che come tu |
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puoi ricordarti, io non dico mai bene di nessuno. La cosa va del pari». |
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Dissimulava Baccio il suo dolore, e così sempre ebbe per costume di |
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fare, mostrando di non curare del biasimo che l'uomo alle sue cose |
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desse. Nondimeno egli è verisimile che grande fusse il suo dispia- |
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cere, perché coloro che s'affaticano per l'onore e dipoi ne riportano |
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biasimo, è da credere, ancorché indegno sia il biasimo et a torto, |
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che ciò nel cuor segretamente gli affligga e di continovo gli tormenti. |
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Fu racconsolato il suo dispiacere da una possessione, la quale, oltre |
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al pagamento, gli fu data per ordine di papa Clemente. |
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Questo dono doppiamente gli fu caro, e per l'utile et entrata: e |
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perché era allato alla sua villa di Pinzerimonte, e perché era prima di |
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Rignadori, allora fatto ribello, e suo mortale nimico, col quale aveva |
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sempre conteso per conto de' confini di questo podere. |
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In questo tempo fu scritto al duca Alessandro dal principe Doria |
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che operasse con Baccio che la sua statua si finisse, ora che il gigante |
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era del tutto finito, e che era per vendicarsi con Baccio se egli non |
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faceva il suo dovere; di che egli impaurito non si fidava d'andare a |
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Carrara. Ma pur dal cardinal Cibo e dal duca Alessandro assicurato |
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v'andò, e lavorando con alcuni aiuti tirava innanzi la statua. Teneva |
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conto giornalmente il principe di quanto Baccio faceva; onde essen- |
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dogli riferito che la statua non era di quella eccellenza che gli era stato |
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promesso, fece intendere il principe a Baccio che, se egli non lo ser- |
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viva bene, che si vendicherebbe seco. Baccio, sentendo questo, disse |
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molto male del principe; il che tornatogli all'orecchie, era risoluto |
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d'averlo nelle mani per ogni modo e di vendicarsi col fargli gran pau- |
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ra della galea. Per la qual cosa vedendo Baccio alcuni spiamenti di |
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certi che l'osservavano, entrato di ciò in sospetto, come persona ac- |
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corta e risoluta, lasciò il lavoro così come era e tornossene a Firenze. |
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Nacque circa questo tempo a Baccio d'una donna, la quale egli |
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tenne in casa, un figliuolo, al quale, essendo morto in que' medesimi |
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giorni papa Clemente, pose nome Clemente per memoria di quel |
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Pontefice che sempre l'aveva amato e favorito. Dopo la morte del |
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quale intese che Ippolito cardinale de' Medici, et Innocenzio car- |
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dinale Cibo, e Giovanni cardinale Salviati, e Niccolò cardinale Ri- |
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dolfi, insieme con messer Baldassarre Turini da Pescia, erano esse- |
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cutori del testamento di papa Clemente, e dovevano allogare le due |
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sepolture di marmo di Leone e di Clemente da porsi nella Minerva, |
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delle quali egli aveva già per addietro fatto i modelli. Queste sepolture |