Volume 5

Edizione Giuntina
    sopra altri legni simili insaponati, e questi erano cavati e rimessi da'
    manovali di mano in mano, secondo che la macchina camminava.
    Con questi ordini et ingegni fu condotto con poca fatica e salvo il
    gigante in piazza. Questa cura fu data a Baccio d'Agnolo et Antonio
5   vecchio da San Gallo architettori dell'Opera, i quali dipoi con altre
    travi e con taglie doppie lo messono sicuramente in su la basa. Non
    sarebbe facile a dire il concorso e la moltitudine che per due giorni
    tenne occupata tutta la piazza, venendo a vedere il gigante tosto che
    fu scoperto; dove si sentivano diversi ragionamenti e pareri d'ogni
10   sorte d'uomini, e tutti in biasimo dell'opera e del maestro. Furono
    appiccati ancora intorno alla basa molti versi latini e toscani, ne'
    quali era piacevole a vedere gl'ingegni de' componitori e l'invenzioni
    et i detti acuti. Ma trapassandosi col dir male e con le poesie satiriche
    e mordaci ogni convenevole segno, il duca Alessandro, parendogli
15   sua indegnità per essere l'opera pubblica, fu forzato a far mettere in
    prigione alcuni, i quali senza rispetto apertamente andavano appic-
    cando sonetti: la qual cosa chiuse tosto le bocche de' maldicenti.
    Considerando Baccio l'opera sua nel luogo proprio, gli parve che
    l'aria poco la favorisse, facendo apparire i muscoli troppo dolci;
20   però fatto rifare nuova turata d'asse intorno, le ritornò addosso cogli
    scarpelli, et affondando in più luoghi i muscoli, ridusse le figure
    più crude che prima non erano. Scoperta finalmente l'opera del tutto,
    da coloro che possono giudicare è stata sempre tenuta, sì come diffi-
    cile, così molto bene studiata, e ciascuna delle parti attesa, e la figura
25   di Cacco ottimamente accomodata. E nel vero il Davitte di Miche-
    lagnolo toglie assai di lode all'Ercole di Baccio, essendogli a canto
    et essendo il più bel gigante che mai sia stato fatto, nel quale è tutta
    grazia e bontà, dove la maniera di Baccio è tutta diversa. Ma vera-
    mente considerando l'Ercole di Baccio da sé, non si può se non gran-
30   demente lodarlo, e tanto più vedendo che molti scultori dipoi hanno
    tentato di far statue grandi e nessuno è arrivato al segno di Baccio;
    il quale se dalla natura avesse ricevuta tanta grazia et agevolezza quan-
    ta da sé si prese fatica e studio, egli era nell'arte della scultura per-
    fetto interamente.
35   Desiderando lui di sapere ciò che dell'opera sua si diceva, mandò
    in piazza un pedante, il quale teneva in casa, dicendogli che non
    mancasse di riferirgli il vero di ciò che udiva dire. Il pedante non
    udendo altro che male, tornato malinconoso a casa, e domandato da
    Baccio, rispose che tutti per una voce biasimano i giganti e che e'
40   non piacciono loro. «E tu che ne di' ?», disse Baccio. Rispose: «Dicone
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