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e tratto di quella prigione, e per le sette figure a giacere poste signi- |
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ficava i sette peccati mortali, volendo dire che con l'aiuto dell'An- |
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gelo vincitore aveva superati e gittati per terra i suoi nimici, uomini |
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scelerati et empi, i quali si rappresentavano in quelle sette figure |
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de' sette peccati mortali. Per questa opera fu fatto fare da Sua Santità |
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un modello, il quale essendole piaciuto, ordinò che Baccio comincias- |
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se a fare le figure di terra grande quanto avevano a essere, per git- |
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tarle poi di bronzo. Cominciò Baccio e finì in una di quelle stanze di |
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Belvedere una di quelle figure di terra, la quale fu molto lodata. |
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Insieme ancora, per passarsi tempo e per vedere come gli doveva |
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riuscire il getto, fece molte figurine alte due terzi e tonde, come Er- |
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coli, Venere, Apollini, Lede, et altre sue fantasie; e fattele gittar di |
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bronzo a maestro Iacopo della Barba fiorentino, riuscirono ottima- |
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mente. Dipoi le donò a Sua Santità et a molti signori: delle quali ora |
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ne sono alcune nello scrittoio del duca Cosimo, fra un numero |
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di più di cento antiche, tutte rare, e d'altre moderne. |
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Aveva Baccio in questo tempo medesimo fatto una storia di figure |
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piccole di basso e mezzo rilievo d'una Deposizione di croce, la quale |
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fu opera rara, e la fece con gran diligenza gettare di bronzo; così finita |
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la donò a Carlo Quinto in Genova, il quale la tenne carissima: e |
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di ciò fu segno che Sua Maestà dette a Baccio una commenda di |
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San Iacopo e lo fece cavaliere. Ebbe ancora dal principe Doria |
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molte cortesie; e dalla republica di Genova gli fu allogato una statua |
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di braccia sei, di marmo, la quale doveva essere un Nettunno in |
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forma del principe Doria, per porsi in su la piazza in memoria delle |
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virtù di quel principe e de' benefizii grandissimi e rari i quali la sua |
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patria Genova aveva ricevuti da lui. Fu allogata questa statua a |
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Baccio per prezzo di mille fiorini, de' quali ebbe allora cinquecento, |
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e sùbito andò a Carrara per abbozzarla alla cava del Polvaccio. |
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Mentre che 'l governo popolare, dopo la partita de' Medici, reg- |
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geva Firenze, Michelagnolo Buonarroti fu adoperato per le forti- |
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ficazioni della città, e fugli mostro il marmo che Baccio aveva sce- |
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mato insieme col modello d'Ercole e Cacco, con intenzione che, se il |
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marmo non era scemato troppo, Michelagnolo lo pigliasse e vi fa- |
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cesse due figure a modo suo. Michelagnolo, considerato il sasso, |
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pensò un'altra invenzione diversa; e lasciato Ercole e Cacco, prese |
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Sansone che tenesse sotto due Filistei abbattuti da lui, morto l'uno |
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del tutto e l'altro vivo ancora, al quale menando un marrovescio |
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con una mascella di asino, cercasse di farlo morire. Ma come spesso |
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avviene, che gli umani pensieri talora si promettono alcune cose, il |